Teodoro Palermo, commissario di feder.agri del Vulture, dichiara:
«Mentre si preparano i pullman per il 26 settembre, la domanda è inevitabile: a cosa servirà davvero questa liturgia della protesta?»
A suo avviso, «bandiere e slogan non cambiano le regole del gioco. I “trafficanti di grano”, come da altri definiti, sfruttano le norme esistenti; il vero problema è il vuoto legislativo».
Rocco Marinaccio, direttore di feder.agri del Vulture, aggiunge:
«Queste organizzazioni dispongono di risorse, competenze e forza politica per incidere davvero.
Possono proporre leggi contro le pratiche sleali, contratti legati ai costi reali e trasparenza».
Marinaccio ricorda poi l’analisi diffusa dall’associazione: «I numeri del grano duro mostrano margini nulli e premi insufficienti, l’analisi formula riflessioni e spunti normativi, immediatamente ripresi da alcune organizzazioni agricole. Se questi spunti saranno utilizzati nelle proteste per farle approdare alla politica, anche i pullman potrebbero avere senso».
Negli ultimi giorni, feder.agri del Vulture ha chiesto un incontro a rappresentanti presenti nella Commissione Agricoltura della Camera dei deputati e nelle prossime ore dovrebbe arrivare conferma per discutere possibili proposte normative.
Palermo e Marinaccio spiegano che l’obiettivo è “percorrere la via istituzionale” offrendo spunti a rappresentanti del governo nazionale. «Se la politica accoglierà questo input, avremo fatto dieci passi avanti; altrimenti saremo costretti a scendere in piazza, ma con proposte in mano».
La conclusione è netta: «Speriamo che a quegli agricoltori che parteciperanno il prossimo 26 settembre siano stati spiegati quali sono gli obiettivi da raggiungere. Diversamente non è protesta, ma la solita scampagnata. Se il potere delle grandi organizzazioni agricole non viene usato nel modo giusto, agli agricoltori resta solo una scelta: investire il valore della propria tessera altrove».