Istat ha diffuso i dati definitivi relativi all’inflazione in Italia a giugno.
In generale, prosegue l’andamento degli ultimi mesi, che ha portato l’aumento dei prezzi attorno al 2%, un livello considerato adeguato dagli esperti per un’economia in salute.
Su base mensile come fa sapere quifinanza c’è stato un aumento dello 0,2%, su base annua dell’1,7%.
A trainare la crescita dei prezzi ci sono però alcuni dei beni di consumo più comuni nel nostro Paese.
Si tratta soprattutto di alimentari: frutta, verdura, burro e caffè, tutti prodotti che non seguono le normali oscillazioni dell’inflazione e che, da diversi mesi, stanno continuando ad aumentare di prezzo molto rapidamente.
Gli aumenti di prezzo dei generi alimentari in Italia sono continuati anche a giugno.
Secondo i dati diffusi da Istat, i beni non lavorati appartenenti a questa categoria sono tra quelli che hanno contribuito di più all’aumento dei prezzi dell’ultimo mese, contrastando il rallentamento dell’energia e la flessione dei beni durevoli.
Se, in media, questo ha portato a un sano aumento verso il 2%, il continuo rialzo dei prezzi dei beni alimentari sta iniziando a creare problemi nelle fasce di popolazione meno abbienti, in cui la spesa alimentare pesa di più in percentuale sulle finanze delle famiglie.
Tra gli aumenti, i più significativi sono:
- caffè (+24,8%);
- cacao (+21,3%);
- cioccolato (+12,9%);
- pomodori (+7,4%);
- uova (+7,2%);
- frutta fresca (+7,2%);
- formaggi e latticini (+6,3%);
- gelati (+4,6%).
L’inflazione è di fatto stabile in Italia da molti mesi e dal 2024 è variata pochissimo.
Questo, va ricordato, significa che i prezzi stanno continuando a salire, ma in modo contenuto e prevedibile.
Il tasso si è mantenuto tra l’1,5 e il 2% per più di un anno, ma gli alimentari fanno eccezione, arrivando oltre il 4%.
Il cibo è tra i beni i cui prezzi cambiano più rapidamente e in maniera più imprevedibile.
Una caratteristica che viene chiamata volatilità, e che dipende da quanto la catena dietro alla produzione del cibo è fragile.
I raccolti possono essere compromessi da un singolo evento naturale.
Il trasporto del cibo, che deve essere rapido, viene facilmente messo a rischio dalle guerre.
Cacao e grano sono due esempi recenti del perché i prezzi del cibo salgono così tanto.
Eventi naturali imprevedibili hanno distrutto le piantagioni di cacao in Africa, da cui dipende buona parte della produzione mondiale, aumentando i costi e quindi i prezzi.
La guerra in Ucraina ha invece reso difficile per il Paese, tra i maggiori produttori di grano al mondo, esportare i raccolti per anni.
L’associazione dei consumatori Assoutenti ha stimato in 320 euro all’anno per una famiglia con due figli l’aumento delle spese per l’acquisto di cibo.
Il presidente dell’associazione, Gabriele Melluso, ha dichiarato:
I listini dei generi alimentari continuano a crescere in Italia, al punto che quelli non lavorati segnano un incremento del +4,2% su anno. Alcuni prodotti continuano a registrare rincari astronomici. Un trend, quello dei rialzi alimentari, che prosegue oramai da mesi, e che sta peggiorando con l’aumento della domanda per i beni tipici dell’estate.
L’associazione ha chiesto al governo di prestare maggiore attenzione ai prezzi di questi beni, soprattutto a causa dell’impatto che hanno sulle finanze delle famiglie meno abbienti.