Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Alessia Araneo e Viviana Verri, Consigliere regionali – Movimento 5 Stelle (Basilicata):
“Dopo anni di annunci, moratorie e promesse di pianificazione, la Basilicata torna a essere terra di conquista.
Con l’annullamento del PITESAI – il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee – e la riapertura dei procedimenti per nuove concessioni e permessi di ricerca, il governo ha rimesso in moto la corsa al petrolio.
Ma, ancora una volta, i lucani restano spettatori e vittime di un modello che non produce sviluppo.
Nel Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse 2025 si legge che in Basilicata risultano sei concessioni di coltivazione attive e quattro nuovi permessi di ricerca in fase istruttoria.
In totale, quasi duemila chilometri quadrati di territorio – tra Val d’Agri, Sauro, Materano e Alto Bradano – sono interessati da attività di estrazione o da nuove esplorazioni.
Una mappa che somiglia a quella di vent’anni fa, come se nel frattempo nulla fosse cambiato.
Eppure, dopo trent’anni di petrolio, la Basilicata non è più ricca né più sviluppata.
Le lucane e lucani, infatti, non sembrano aver beneficiato in modo concreto della presenza delle multinazionali dell’energia.
Le royalties e le compensazioni ambientali non hanno migliorato i servizi essenziali: la sanità è al collasso, la mobilità pubblica è inadeguata, le infrastrutture restano ferme agli anni ’80.
Nel frattempo, il governo e la Regione continuano a presentare il cosiddetto bonus gas come una conquista, ma noi lo consideriamo per quello che è: una mancetta temporanea, utile solo a tacitare il malcontento.
Un contributo che riduce una bolletta, ma non cambia la vita dei cittadini, non crea lavoro stabile, non genera ricchezza diffusa, non costruisce futuro.
Bene implementare misure di sostegno al reddito per chi ha bisogno (aspetto ignorato dal bonus gas), ma non è sufficiente a far dimenticare il nodo vero, che è l’assenza di sviluppo strutturale e organico della Regione.
Sappiamo bene che l’Italia ha bisogno di garantire il proprio fabbisogno energetico, soprattutto in un momento in cui gran parte del gas lo importiamo dall’estero, ma non possiamo accettare che, ancora una volta, questo avvenga a spese della Basilicata.
Non possiamo essere la regione che produce energia per tutto il Paese e continua a essere la più povera d’Italia, con una densità di popolazione pari a un quartiere di Napoli e con indicatori socio-economici tra i peggiori.
Chiediamo un nuovo patto energetico per la Basilicata, che metta al centro trasparenza e partecipazione dei territori.
Vogliamo che le risorse del sottosuolo, acqua compresa, insieme a sole e vento, diventino davvero uno strumento di crescita, non di sfruttamento.
La transizione energetica non può essere ridotta ad uno slogan: deve essere il risultato di una strategia che unisca sicurezza nazionale, giustizia sociale e sostenibilità ambientale.
La Basilicata può e deve crescere puntando su ambiente, turismo, agricoltura di qualità e innovazione, non continuando a scambiare pozzi con promesse”.


































