CERVELLI LUCANI IN FUGA! I NOSTRI GIOVANI LAUREATI FANNO LE VALIGIE, I DATI

L’Italia investe moltissimo nell’istruzione dei suoi abitanti, tuttavia non è in grado di trattenere i talenti che sbocciano grazie a tale spesa; a dircelo, un articolo de “Il Sole 24 Ore”.

La fonte di riferimento prosegue sottolineando come, a fronte di un esborso pari a circa 69 miliardi di euro erogati per l’intero ciclo di istruzione dei suoi cittadini (il 4% del Pil, in base alle stime Ocse), pochissimi specialisti restano in territorio natio.

Il “Bes” (letteralmente “Benessere equo e sostenibile”), atto ad offrire una stima sull’andamento qualitativo della vita dei cittadini e dell’ambiente, include tra i suoi indicatori anche la capacità del Paese di trattenere le menti brillanti.

Per indicare la mobilità dei laureati, il Bes utilizza un dato chiamato “tasso migratorio specifico”: si tratta di un numero che esprime il rapporto tra il saldo migratorio dei laureati e il corrispondente stock di residenti, con riferimento ai soli italiani in età compresa tra i 25 e i 39 anni.

Il Rapporto Istat sul Bes rivela che:

  • nel 2016 il saldo migratorio dei giovani laureati italiani era negativo e si verificò la fuga di circa 10 mila “cervelli” (quasi il doppio rispetto al 2012); il rispettivo tasso risultava pari a -4,5 per mille laureati residenti (-2,4 per mille, quattro anni prima);
  • il nostro paese continua a perdere ottimi specialisti, poiché, alla lieve ripresa economica risalente al 2015 e confermata nel 2016 (con un aumento del Pil rispettivamente pari a +0,8 e +0,9%), non corrisponde una inversione nelle tendenze migratorie.

In Basilicata (come anche in altre regioni del Mezzogiorno) si evince un quadro pessimistico della situazione: le migrazioni verso l’estero provocano un saldo negativo che oscilla tra il -4 e il -7 per mille e, sommandosi a quelle verso altre regioni italiane, causano un tasso migratorio tra il -26 e il -28 per mille.

Pessime notizie, queste, per un paese che vuole essere innovativo e all’avanguardia, ma che non può contare neanche sui giovani laureati stranieri residenti in italia: infatti, dopo una lieve crescita (tra il 2015 e il 2016), la loro presenza numerica si è stabilizzata senza importanti variazioni.

Cosa ne pensate?