Basilicata, piano interventi per migliorare la vita delle persone affette da Alzheimer ed aiutare le loro famiglie. I dettagli

Un piano di interventi, non esclusivamente sanitari, per migliorare la vita delle persone affette dalla malattia di Alzheimer ed aiutare le loro famiglie.

Lo propone l’assessore regionale alla Salute Rocco Leone, che annuncia l’imminente approvazione da parte della Giunta regionale del “Percorso diagnostico terapeutico assistenziale regionale” (PDTA), con lo scopo di definire il percorso assistenziale di presa in carico ed accompagnamento della persona con demenza e dei suoi caregiver.

Spiega Leone :

“In Basilicata vivono oltre 120 mila anziani ultra65enni, con una prevalenza stimata di oltre 10 mila demenze di cui almeno 6 mila con malattia di Alzheimer, il cui peso è destinato ad aumentare nei prossimi decenni.

Il 21 settembre è stata la giornata dedicata alla consapevolezza sulla sindrome di Alzheimer, che ha l’obiettivo di sensibilizzare e abbattere i pregiudizi sulla malattia.

La demenza ancora oggi ha un forte impatto sulla vita delle persone affette e delle loro famiglie e gli interventi in loro favore non sono sufficienti.

Attualmente non esistono farmaci in grado di rallentarne la progressione, ma soltanto medicine che agiscono sui sintomi con benefici limitati.

Molto potrebbe essere fatto dalla prevenzione, con possibilità di ridurre il numero di casi del 40%, intervenendo sui fattori di rischio legati allo sviluppo di queste patologie.

È pertanto necessario attivare interventi diversi, non esclusivamente sanitari, in grado di ritardare la progressione della malattia migliorando la gestione e la qualità della vita dell’anziano e dei familiari”.

L’obiettivo della Regione:

“è innanzitutto quello di riorganizzare la Rete regionale per le demenze, per raccordare meglio le strutture e le figure professionali e sanitarie competenti.

Si tratta di aprire sul territorio almeno altri tre Centri per i Disturbi Cognitivi e Demenze oltre a quelli già esistenti a Potenza, Matera e Venosa, che non sono sufficienti, a cui vanno aggiunti sul territorio una serie di Centri Diurni Integrati.

Ma servono anche una serie di Strutture Residenziali per soggetti non autosufficienti, oltre naturalmente all’attivazione di un sistema di Cure Domiciliari che rappresenta una delle risposte ai bisogni delle persone con demenza in cui le prestazioni sanitarie si integrano con le prestazioni sociosanitarie, sociali e di supporto alla famiglia, in modo tale che i malati e i loro familiari non si sentano isolati nel percorso di cura”.