Basilicata, Bardi: “Saranno solo i lucani a giudicarmi, nel 2024”. Queste le sue parole

“Come sapete, sono stato eletto Presidente della Regione Basilicata sull’onda di una fortissima richiesta di cambiamento. E quella voglia di cambiamento ha guidato sempre la mia azione politica e amministrativa.

Nonostante tante resistenze.

So bene che alcune aspettative non sono state soddisfatte.

Non bisogna nascondere i problemi, così come non vanno sottaciuti i risultati positivi della nostra Giunta.

Penso alla campagna vaccinale, che pone la nostra Regione tra le migliori del Mezzogiorno e del Paese, davanti a Regioni con molte più risorse umane ed economiche della nostra.

Un successo personale che rivendico e che voglio condividere con medici, infermieri, volontari, protezione civile e con tutti i cittadini lucani che stanno partecipando a questo sforzo di popolo”.

Lo ha affermato in Consiglio regionale il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che prosegue:

“Ma i problemi sono tanti, bisogna essere onesti.

Come sapete, dolorose vicende personali non mi hanno consentito di prestare la consueta attenzione agli ultimi fatti assurti agli onori delle cronache locali.

Prima di tutto, però, mi preme sottolineare un fatto personale: ieri un consigliere di opposizione ha inteso denigrarmi dandomi del campano.

Premetto che questa discriminazione territoriale tra meridionali è davvero patetica.

Vorrei ricordare che mia madre, che si è spenta a Napoli, ha voluto farsi seppellire a Potenza.

Accanto a suo marito.

Mio padre.

La mia storia personale e familiare non ha bisogno di patenti di lucanità.

Io sono lucano e sono orgoglio di esserlo.

E rispetto chi è pugliese, campano, calabrese, eccetera.

Non intendo più tornare sul tema, anche perché questa stucchevole gara di lucanità mi sa che non conviene ai troppi che pontificano sul tema.

Quello che più mi preme, a ogni modo, è sottolineare un concetto ben più importante.

Chi riveste incarichi istituzionali ha il dovere di non scadere mai.

Questo mi hanno insegnato prima alla Nunziatella e poi in Guardia di Finanza.

L’art. 54 della nostra Costituzione, su cui ho giurato, recita: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.

Vale per tutti, me in primis.

E proprio su questo, tutti noi che rivestiamo incarichi pubblici abbiamo il dovere di essere esempio.

Non basta il rigido rispetto formale delle regole, il non avere procedimenti giudiziari o avere “le carte a posto”, come si dice spesso nella pubblica amministrazione.

Chiunque ha un ruolo pubblico – e non mi riferisco solo a questo consiglio regionale – ha il dovere di essere esempio.

È un principio e un valore che deve valere per tutti coloro che rivestono ruoli pubblici nella nostra Basilicata.  È una questione di etica e anche di estetica pubblica.

La stragrande maggioranza dei lucani vuole una classe dirigente che sia all’altezza dei compiti e dei ruoli. Essere classe dirigente – ha rimarcato il Presidente della Regione Basilicata – non comporta solo onori, ma è soprattutto un onere, da sopportare con fatica, dedizione ed esempio.

Un grande Presidente della nostra Repubblica, Sandro Pertini, eroe della Grande Guerra e protagonista della Resistenza, ebbe a dire che “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”. Senza volermi confrontare con un Padre della Patria, faccio mio questo appello.

E lo faccio in una sede istituzionale, proprio per dargli un valore in più, una solennità che merita, proprio per il rispetto che tutti noi dobbiamo alle nostre Istituzioni.

La democrazia non è un sistema rigido.

È un sistema imperfetto, che vive attraverso i comportamenti di ognuno di noi, cittadini e istituzioni.

Si basa sulla virtù, un concetto desueto perché non è misurabile e non può essere imposto per legge. E ovviamente chi è istituzione ha il dovere di comportamenti maggiormente virtuosi.

I partiti non devono “soltanto essere onesti, ma apparire onesti“, diceva Paolo Borsellino, un altro grande italiano.

Questo è quello che ci chiedono i lucani. Non possiamo tradire questa richiesta di discontinuità rispetto al passato.

Nei prossimi giorni, dopo una meditata riflessione, anche attraverso un confronto con i principali protagonisti della vita pubblica lucana, darò dei segnali in tal senso.

La mia storia personale è nota a tutti.

Non ho altri interessi, come ben sapete.

Per me esiste solo il bene della Basilicata.

I lucani mi hanno dato una grande responsabilità.

La eserciterò con fermezza ed orgoglio.

Saranno solo i lucani a giudicarmi, nel 2024”.