Basilicata: “Inammissibile che le aziende non paghino i loro fornitori a causa delle pubbliche amministrazioni”! A dirlo…

“In Italia, negli ultimi anni, si è progressivamente ridotto il tempo medio di pagamento dei debiti commerciali da parte delle pubbliche amministrazioni, si è passati infatti dai 131 giorni del 2016 ai 67 giorni del 2019, un passo avanti che non trova riscontro in Basilicata, dove, nel 2018, la Regione ha onorato i propri debiti nei confronti delle imprese che forniscono beni e servizi entro 103 giorni, vale a dire con un ritardo di 69 giorni rispetto alla media delle regioni italiane, un dato che testimonia la necessità di riformare il nostro sistema amministrativo regionale per renderlo funzionale rispetto alle esigenze delle imprese”.

A dichiararlo, in una nota, è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Vizziello, che commenta così i dati relativi all’ultimo monitoraggio Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) sui tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni nel 2018.

Di seguito la nota integrale:

“Ricordiamo che la normativa europea obbliga le pubbliche amministrazioni a pagare i propri fornitori entro 30 giorni dall’emissione della fattura o al massimo entro 60 giorni nel caso di beni e servizi forniti alle aziende sanitarie; una normativa che la Regione Basilicata ha largamente disatteso lo scorso anno, facendo registrare un ritardo di ben 73 giorni rispetto al limite previsto dalla legge e risultando così la peggiore tra tutte le regioni d’Italia.

Siamo curiosi di sapere come interpretano questi dati quanti, nel 2018, erano al governo della nostra regione e dicevano di mettere al centro della loro azione il tessuto produttivo lucano.

Il pagamento entro tempi ragionevolmente celeri delle fatture emesse da quanti hanno rapporti contrattuali con la Regione rappresenta, dunque, un autentico must del nuovo governo regionale perché è francamente inammissibile che le nostre aziende siano costrette, spesso, a pagare in ritardo i propri fornitori e dipendenti proprio a causa delle lungaggini con cui ricevono dalle pubbliche amministrazione quanto spetta loro”.