“A Melfi il nido pubblico rischia di costare più del privato”. Ecco le parole di Araneo e Pd sulle nuove tariffe

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Alessia Araneo, Consigliera regionale, capogruppo M5S Basilicata:

“Un buon governo si giudica non tanto da dove alloca e aggiunge risorse quanto da dove le taglia per far quadrare i conti.

E tagliare alle famiglie più fragili, con figlie e figli piccolissimi, è una scelta sbagliata, che attacca lo stato sociale.

Tra i lustri del “Fantastico Medioevo” e il “ritorno alla bellezza” decantato da quattro anni a questa parte, si svela finalmente il volto classista di questa amministrazione: togliere a chi ha di meno e dare a chi ha di più.

Con la Delibera n. 129 dell’11 novembre 2025 la Giunta comunale guidata dal sindaco Maglione ha deciso di triplicare le tariffe dell’asilo nido pubblico da gennaio 2026.

Si tratta di un tradimento delle famiglie di Melfi, comunicato a metà anno scolastico senza confronto e senza possibilità di riorganizzarsi.

I numeri sono impietosi: per le famiglie con ISEE fino a 5.000 euro si passa da 50 a 275 euro mensili, tra 5.000 e 10.000 euro da 76 a 350 euro, tra 10.000 e 15.000 euro da 115 a 390 euro, aumenti che, paradossalmente, rischiano di rendere il nido pubblico più costoso di quello privato, ribaltando la logica stessa del servizio pubblico.

Operare una scelta simile significa vivere scollati dalla realtà e non capire che, se anche queste famiglie presto o tardi dovessero essere rimborsate, nel mentre non saprebbero dove reperire queste risorse e, con buona probabilità, dovrebbero cancellare l’iscrizione dal nido.

Immaginiamo una famiglia con operaia od operaio in cassa integrazione: anticipare quasi 400 euro significherebbe scegliere tra pagare il nido, fare la spesa, pagare il dentista o la benzina.

Questa scelta, infatti, arriva mentre Melfi vive una crisi profonda, con centinaia di famiglie operaie in cassa integrazione, che non sanno se avranno uno stipendio pieno il mese prossimo, con il costo della vita che continua a salire e l‘incertezza sul futuro dell’automotive che pesa come un macigno su questa comunità.

Dire a queste famiglie che devono pagare il triplo per un servizio essenziale, anticipando somme che forse un giorno verranno rimborsate parzialmente dallo Stato non è amministrazione responsabile, è abbandonare chi ha più bisogno nel momento più difficile.

Io questa scelta la respingo con tutta la forza istituzionale e personale che ho.

Chiedo al Sindaco e agli Assessori che hanno votato questa delibera di fare immediatamente marcia indietro, di ritirare la Delibera n. 129, di aprire un tavolo vero con le famiglie e tutti i gruppi consiliari, di dimostrare da che parte sta questa amministrazione: dalla parte di chi fatica ad arrivare a fine mese o dalla parte dei tagli alle fasce più vulnerabili.

Le famiglie di Melfi meritano rispetto, soprattutto in questo momento di crisi, e io continuerò a battermi perché così sia”.

Sullo stesso argomento il Partito Democratico Melfi, in un comunicato stampa giunto in Redazione, fa sapere:

“Nel giorno dedicato ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, le famiglie di Melfi hanno ricevuto una comunicazione che le ha lasciate sgomente: le tariffe dell’asilo nido comunale verranno quasi triplicate a partire da gennaio 2026.

Un aumento comunicato con un semplice messaggio WhatsApp, mentre i bambini frequentano già l’anno educativo, senza confronto pubblico né analisi d’impatto.

Una scelta incomprensibile nella tempistica e nella sostanza.

L’asilo nido non è un servizio accessorio: è ciò che permette a molte famiglie di lavorare, di organizzare la quotidianità e di restare in questa città.

Eppure, con questo aumento, si arriva a un paradosso che ha dell’incredibile: a Melfi il nido pubblico rischia di costare più del privato, persino considerando il bonus INPS.

Si insiste sul contributo INPS come fosse la soluzione, ma il bonus non cancella gli aumenti e soprattutto arriva dopo.

Questo significa che le famiglie dovranno anticipare ogni mese cifre molto più alte, caricandosi un peso economico che molti non possono sostenere.

Un aggravio che colpisce in particolare chi già vive tra affitti, mutui e un’inflazione che non accenna a rallentare.

Nel frattempo, il PNRR ha finanziato nuovi nidi per ampliare l’offerta educativa: strutture che rischiano di restare vuote, trasformandosi in cattedrali nel deserto, perché le famiglie – spinte dalla necessità – potrebbero rivolgersi a nidi privati che paradossalmente costeranno meno del comunale.

È anche per questo che la vicenda sta attirando attenzione oltre i confini cittadini: Melfi rischia di diventare un caso nazionale, simbolo di come decisioni sbagliate possano indebolire un servizio fondamentale proprio in una regione che combatte da anni contro spopolamento e denatalità.

Aumentare i costi dei nidi significa rendere ancora più difficile restare, lavorare, crescere figli in questo territorio.

Chiediamo che l’Amministrazione comunale riveda immediatamente questa decisione e apra un confronto serio, trasparente e partecipato con famiglie, operatori e Consiglio comunale.

Bisogna garantire un servizio realmente accessibile, equo e sostenibile, non trasformarlo in un lusso che pochi possono permettersi.

Melfi non può finire sulle cronache nazionali per scelte che penalizzano le famiglie, le lavoratrici, i lavoratori e, soprattutto, i bambini.

Il futuro di una comunità si costruisce investendo nei servizi educativi, non rendendoli più difficili da raggiungere”.