A seguito dei chiarimenti giunti dal Direttore f.F. dell’Uoc Cure Primarie Area sud dell’Azienda Sanitaria Locale di Potenza, anche la Direzione Generale interviene sulla questione relativa alle difficoltà nel servizio di continuità assistenziale che si sono verificate negli ultimi tempi.
Il Commissario Straordinario della Asp Basilicata Massimo De Fino fa dovute precisazioni e considerazioni in merito a tale questioni e lo fa partendo dalla Delibera di Giunta Regionale, la N. 266 del 23 Maggio 2025, con cui sono state espletate le procedure per la pubblicazione e assegnazione delle Località carenti per l’anno in corso per il servizio di continuità assistenziale o guardia medica.
Si tratta di una delibera emanata dalla Regione Basilicata in attuazione della riorganizzazione dell’Assistenza Territoriale avvenuta con precedente DGR, la 600 del 17 Ottobre 2024.
De Fino chiarisce che “prima della pubblicazione delle zone carenti è stato chiesto ai titolari di continuità assistenziale di entrare nel ruolo unico.
Molti professionisti non hanno accettato, preferendo continuare a prestare servizio di ‘guardia medica’ rispetto ad un ‘ruolo misto’ che avrebbe comportato anche la possibilità di acquisire scelte mediche così come avviene per i Medici di Medicina Generale.
Una scelta che risulta essere importante, anche in virtù di un mutato contesto socio-economico-demografico ed in ottemperanza alla normativa nazionale vigente”.
Con il nuovo Accordo Integrativo Regionale dello scorso 12 Maggio che disciplina i rapporti con i medici di medicina generale, nell’ottica del continuo e proficuo dialogo tra professionisti della salute e istituzioni pubbliche, è cambiata anche la concezione del medico di medicina generale e di continuità assistenziale, tanto che- secondo normativa- i medici hanno assunto la denominazione di ‘medici del ruolo unico di assistenza primaria a ciclo di scelta’ (il vecchio medico di famiglia) e medico ad attività oraria (ovvero la vecchia ‘guardia medica’).
Nelle more della nuova normativa, gli incarichi oggi sono conferiti, per un totale di 38 ore, in maniera differente rispetto a quanto avveniva in passato, tanto che in base all’art. 38 del vigente Contratto, i medici del ruolo unico a ciclo di scelta completano la propria attività svolgendo ore in continuità assistenziale a seconda del proprio numero di assistiti.
Per cui le ore da attribuire ad un determinato professionista si calcolano in base alla normativa vigente e non in base alle decisioni delle Aziende Sanitarie che, si precisa, diventano mere esecutrici di un accordo.
Va chiarito che Regione Basilicata investe, nella sola Azienda Sanitaria potentina circa 27 Milioni di euro all’anno solo per la continuità assistenziale.
Si tratta di una cifra molto vicina a quella investita per la medicina generale ed ammontante a circa 32 Milioni di euro annuali.
Il dato di fatto è che, “mentre la medicina generale è visibilmente presente nella vita dei cittadini grazie al lavoro svolto dal ‘medico di famiglia’ presente in un determinato territorio con un ambulatorio ad apertura stabilita in orari e giorni e sale di attesa colme di pazienti, la guardia medica– aggiunge De Fino- rappresenta invece un servizio non altrettanto tangibile nonostante l’Asp Basilicata abbia, in rapporto alla popolazione più alta di Italia, costi elevati.
Manca la medicina di iniziativa ma è solo presente l’attesa di qualcuno che si rivolge ad essa.
Vi sono Comuni in cui statisticamente ogni visita costa allo stato circa 2.000 euro, tenendo conto del numero di ore impegnate e del numero dei cittadini che si rivolgono a tale servizio”.
Per quel che riguarda nello specifico l’ambito territoriale del potentino in cui opera l’azienda sanitaria locale, c’è un dato di fatto: i medici non sono sufficienti a mantenere in vita l’assetto di 104 punti di continuità assistenziale in 100 comuni (140 il totale in regione).
Basti pensare che l’ultima pubblicazione di carenze per la continuità assistenziale, su cinquantatré sedi disponibili ne sono state assegnate solo nove.
Dice il Commissario Straordinario:
“Il problema non è solo endemico alla Basilicata, ma è un ad ampio spettro e riguarda ogni regione d’Italia, finanche quelle molto più grandi come Veneto ed Emilia Romagna che pure sono state precursori della nuova riforma territoriale.
Ai Sindaci dei nostri centri non sarà sfuggito nemmeno l’impegno dell’Anci sulla questione e sul tentativo di cercare soluzioni adeguate”.
In Basilicata vige però un paradosso: i medici di famiglia si stanno abbassando il massimale di assistibili, rinunciando così ad essere scelti dall’utente, pur di prestare servizio anche come guardia medica.
Dice De Fino:
“In questo modo senza inserire paletti di incompatibilità previsti e dovuti dai contratti nazionali di riferimento, avremo tanti medici di notte con pochi interventi ognuno e pochi medici di giorno perché chiaramente l’attività è più impegnativa.
Esempi in tal senso vengono proprio dai comuni di Viggianello (PZ), Castelluccio, Rotonda e a breve Sant’Arcangelo, solo per citare quelli dell’area sud della Basilicata.
E’ un paradosso anche perché a breve avremo un nuovo assetto sul territorio, con case di Comunità che dovrebbero funzionare con all’interno la Aggregazioni Funzionali Territoriali, un unico numero di continuità assistenziale che risponde alla chiamata (il 116117) e che risolve il problema proposto a monte, i servizi di telemedicina, il miglioramento dell’Assistenza Domiciliare con il 10% degli over65 seguiti al proprio domicilio.
Anche il nuovo atto aziendale della ASP ed il Piano Sanitario Regionale, contribuiranno a dare il via al nuovo assetto territoriale sanitario”.
Allo stato attuale si sta lavorando anche al ruolo unico tra medici di medicina generale e medici di continuità assistenziale, con la revisione dei punti di continuità assistenziale a vantaggio di una migliore presa in carico dell’assistenza medica generale e dell’area di emergenza urgenza.
In tal senso Asp si sta già muovendo, anche alla luce della DGR 600/2024, con l’approvazione di uno specifico regolamento di funzionamento delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) della Medicina Generale (DDG 898 del 27/10/2025).
L’atto che definisce le Aft mirate al raggiungimento di obiettivi di salute, percorsi assistenziali, assistenza per l’intero arco della giornata e per sette giorni alla settimana, è un atto di programmazione regionale finalizzato a regolamentare ed ulteriormente migliorare il rapporto convenzionale dei medici di medicina generale per garantire la diffusione capillare dell’assistenza anche attraverso l’utilizzo di nuovi modelli informatici come la ricetta elettronica dematerializzata, il fascicolo sanitario elettronico, la telemedicina ed il teleconsulto.
Con la nuova organizzazione verrà assicurata la continuità assistenziale ambulatoriale e domiciliare soprattutto nelle piccole comunità attraverso la turnazione dei medici dell’AFT che andranno a compensare la tanto nota carenza di disponibilità di medici.
“La Azienda Sanitaria potentina- conclude De Fino- si è posta da tempo obiettivi importanti mirati alla tutela del diritto alla salute del paziente attraverso l’assistenza multidimensionale ed interdisciplinare, in particolare nei centri piccoli e periferici, senza pensare al ridimensionamento della spesa ma basandosi solo su di un concept aziendale di riferimento che va nell’ottica del miglioramento della qualità della vita dell’utente e della tutela del benessere e della salute in attuazione dei principi costituzionali”.


































