Melfi in lutto per Mariano Dolci, nipote diretto di Francesco Saverio Nitti. Il messaggio di cordoglio

Associazione “Francesco Saverio Nitti” di Melfi partecipa al lutto per la scomparsa di Mariano Dolci, nipote di Francesco Saverio Nitti, ed esprime vivo cordoglio alla famiglia:

“È morto ieri a 88 anni Mariano Dolci, nipote diretto di Francesco Saverio Nitti

Ne dà notizia- con adeguati ragguagli biografici – la Biblioteca Franco Serantini.

Il compianto della Fondazione Nitti.

Partecipiamo al lutto con un ricordo vivo di tanti momenti di condivisione con Mariano Dolci, nipote diretto di Francesco Saverio Nitti, spirito libero sempre attento a schierarsi a difesa delle libertà.

Nell’avviamento delle celebrazioni del centenario del governo Nitti venne con la delegazione familiare al Quirinale invitato dal Presidente Mattarella (nella foto del 21.2.2019 è il secondo da destra).

E non molto tempo fa (nel 2024) fu il primo ad indignarsi e a protestare per la decisione del governo Meloni di confezionare un francobollo commemorativo di una gerarca fascista, Italo Foschi, con il pretesto che fu presidente fondatore della Roma calcio, e che in realtà era un capo-squadrista attivo che lodò il delitto Matteotti e che comandò l’assalto e la distruzione della casa di Nitti a Roma nel 1924.

Lo abbracciamo spiritualmente. Sarà ricordato adeguatamente dalla Fondazione.

Stefano Rolando (Presidente della Fondazione “Francesco S. Nitti”)Biblioteca Franco Serantini:

Stamattina ci ha lasciato Mariano, uno dei nostri soci più anziani, amico da una vita della Biblioteca Franco Serantini.

Mariano era nato a Belgrado nel 1937 da Gioacchino Dolci e Luigia Nitti.

Suo nonno materno era Francesco Saverio Nitti, già primo ministro e figura politica di primo piano durante il periodo pre fascista, che era dovuto scappare nel 1926 con tutta la famiglia – moglie e cinque figli – dopo essere diventato bersaglio delle rappresaglie dei fascisti.

Suo zio è Francesco Fausto Nitti, antifascista della prima ora, volontario in Spagna e Resistente in Francia.

Sua madre, grande esperta di sanscrito, muore improvvisamente nel gennaio 1939 di parto dando alla luce una sua sorella, Antonella.

Il padre Gioacchino è stato uno dei fondatori del Movimento di “Giustizia e libertà”, nonché uno degli organizzatori nel luglio 1929 della famosa fuga da Lipari di Carlo Rosselli, Francesco Fausto Nitti ed Emilio Lussu.

In una famiglia del genere, fin da giovane Mariano sceglie in quale campo stare nella vita sociale e politica.

Ritornato in Italia dopo l’esilio della famiglia e stabilitosi a Roma, Mariano vive intensamente gli anni giovanili e partecipa attivamente ai movimenti studenteschi, tanto che verrà fermato dalla polizia durante una manifestazione antifascista dei primi anni Sessanta.

In quegli anni ha modo di frequentare gli anarchici, conosce Armando Borghi, e collabora al settimanale «Umanità nova».

Quell’incontro giovanile lo formerà per sempre, mantenendosi coerentemente fedele a quei principi che hanno permeato tutta la sua attività professionale.

Laureatosi, insegna per quattro anni (1965-69) “Matematica e Osservazioni Scientifiche” nella scuola media dell’obbligo.

Nei primi anni ’60 conosce, quasi per caso, la compagnia del Teatro Sperimentale dei Burattini di Otello Sarzi (1922-2001), partigiano emiliano e antifascista insieme ai fratelli Cervi, con cui inizia una cooperazione sempre più intensa. Ha collaborato per anni agli allestimenti di questo artista di talento, sia in teatro che in televisione.

Il suo lavoro di burattinaio ha lasciato una traccia indelebile a Reggio Emilia, dove ha lavorato per molti anni nelle scuole primarie. Da allora, per tutta la vita ha sempre utilizzato marionette e burattini nel lavoro.

Con questi strumenti ha attraversato, e a volte riattraversato, i tre diversi contesti dove è possibile incontrarli ossia: teatro, educazione ed attività di mediazione nella cura o nel sociale.

È autore di “La mano e il burattino” (1977), di “Mariano Dolci: dialogo sul trasferimento del burattino in educazione” (2009), di numerose altra pubblicazioni che sono state tradotte in varie lingue. La sua attività di burattinaio lo ha portato in giro per il mondo, dalla Spagna alla Corea del Sud, dove ha incontrato tantissimi estimatori, tra i quali anche il noto pedagogista Gianni Rodari.

Proprio sul concetto di educazione Mariano ha riflettuto per tutta la vita e soprattutto in quest’ultimo decennio, e a questo proposito, in un’intervista rilasciata nell’ottobre del 2019, ricordava:

«Personalmente penso che il campo dove spero, o mi illudo, di poter ancora impegnarmi sia quello dell’educazione. Intendiamoci, parlo dell’educazione di tutti per tutti, ossia quella pubblica, la sola che eventualmente potrebbe sedimentare conquiste definitive.

Quello da cui dovremmo partire è diffondere un’immagine di bambino diversa da quella che ereditiamo dalla cultura comune: “vaso da riempire”, “foglio su cui scrivere”, ecc. per accreditargli invece grandi risorse non solo di intelligenza, grande disponibilità alle relazioni, e grande capacità di costruirsi autonomamente la propria identità, le sue conoscenze, in modo da poter operare le sue scelte.

Il bambino non nasce buono come dice Rousseau e come hanno creduto anche tanti compagni, ma è certamente educabile. Non ha bisogno di idee alle quali essere educato ma di un ambito oggettivo in cui essere educato; un ambito di solidarietà, uguaglianza, rispetto. Ma forse, secondo sempre più esperti, non ci sarebbe più tempo per vedere queste trasformazioni poiché l’agonia del nostro pianeta sta diventando irreversibile» [1].

La sua acuta verve, la sua intelligenza, il suo sorriso ci mancheranno…Ciao compagno Mariano!
𝐺ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎𝑛𝑜, 3 𝑛𝑜𝑣𝑒𝑚𝑏𝑟𝑒 2025

La Biblioteca Franco Serantini si unisce al dolore della famiglia per la perdita di Mariano e manda un caro saluto alle figlie e alla compagna Mariangela.
[1] Il “burattinaio anarchico” intervista di Franco Bertolucci a Mariano Dolci, «A: rivista anarchica», n. 437, ottobre
2019 < URL: https://www.arivista.org/?nr=437&pag=77.htm >”.