Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa CUB Confederazione Unitaria di Base.
Ecco quanto riportato:
“Dopo una vertenza durata più di mille giorni fra iniziative varie e più di ottocento giorni con la tenda sotto il palazzo del governo regionale, oltre ottocento lavoratrici e lavoratori ex Tis e ex Rmi di Basilicata hanno accettato di andare sui cantieri idraulico forestale con un contratto di lavoro.
Un contratto di lavoro con il quale si stabiliscono diritti e doveri, 102 giornate effettive di lavoro e 123 giornate contributive nell’arco di questi mesi rimanenti del 2025.
Questo è solo il primo anno di un percorso dei lavoratori ASA.
Un primo risultato che è stato ottenuto con la determinazione e la lotta, che non può rimanere l’unico risultato e si deve andare ben oltre.
La CUB Basilicata ritiene che le lavoratrici e i lavoratori ex Tis e ex Rmi attualmente nel progetto ASA (Attività Servizi Ambientali), debbano nel più breve tempo possibile risalire dalle condizioni attuali e raggiungere gli altri lavoratori addetti alla forestazione con lo stesso numero di giornate di lavoro.
Per la CUB Basilicata non devono esistere lavoratori di categoria A e lavoratori della categoria B e i lavoratori devono essere tutti uguali.
Un’unica platea, diritti e doveri uguali per tutti.
Se i lavoratori della categoria A ex Tis e ex Rmi (progetto Saap) hanno la possibilità di lavorare per un determinato numero di giornate in un anno, devono poterlo fare anche i lavoratori della categoria B (progetto ASA) e si deve cancellare questa odiosa differenza e discriminazione.
Se i lavoratori della categoria A hanno iniziato tempo addietro a lavorare nei cantieri forestali, i lavoratori della categoria B non sono rimasti a guardare, hanno lavorato presso i comuni e se sono stati lasciati più indietro rispetto agli altri non è certamente dovuto a un loro errore, ma è responsabilità di chi non se ne è mai occupato.
I lavoratori per quanto riguarda la CUB devono stare tutti sullo stesso piano a prescindere a quale parrocchia sindacale aderiscano o non aderiscano, se saranno iscritti o non iscritti al sindacato, bisogna riconoscere a tutti, uguali diritti, con uguali doveri.
E’ necessario che a tutta la platea dei quasi 5000 lavoratori addetti alla forestazione maturi nell’arco di un mese di lavoro almeno una giornata al mese di permesso individuale retribuito affinché possano fare i propri servizi necessari, che possa essere una visita medica o per qualsiasi altro motivo.
E’ assurdo che non abbiano nemmeno un giorno di permesso al mese e che possano essere penalizzati e mandati a casa nel caso facciano qualche minuto di ritardo al lavoro, peraltro dovendo raggiungere posti isolati e con strade molte volte impraticabili.
Nelle fabbriche se un lavoratore arriva un minuto in ritardo, gli si toglie 15 minuti di salario ma può rientrare nel posto di lavoro prima che non siano passati i 15 minuti.
Se arriva dopo i 15 minuti dall’inizio del turno di lavoro gli si toglie 30 minuti di salario ma può rientrare nel posto di lavoro prima che non siano passati i 30 minuti, se arriva dopo 30 minuti dall’inizio di lavoro gli si toglie 60 minuti di salario ma può rientrare prima che non siano passati quei 60 minuti, ma non viene mandato a casa.
Una misura che il Consorzio di Bonifica e chi lo gestisce potrebbe prendere come riferimento.
Durante i mesi più caldi come Giugno, Luglio ed Agosto è necessario dare a tutti i lavoratori la possibilità di fermarsi ogni due ore con una pausa di almeno 15 minuti.
Ci vuole un aumento consistente della paga oraria che recuperi il continuo aumento effettivo del costo dei beni di prima necessità e di tutte le cose necessarie.
E’ necessario anche l’aumento dell’indennità chilometrica.
Le attività devono corrispondere al Progetto presentato e approvato, mettendo da parte le eventuali discriminazioni poste in essere, che si manifestano nello spostamento dei lavoratori fuori dal proprio comune di residenza, è assurdo che un lavoratore debba prendere il posto di lavoro di un altro lavoratore, che di conseguenza viene comandato ad andare in un altro comune.
Alcune volte addirittura i lavoratori che non hanno la patente di guida o la possibilità di raggiungere con i mezzi pubblici i posti di lavoro (molte volte isolati), vengono comandati a raggiungere posti fuori dal comune di residenza, mentre altri dello stesso comune comandati ad andare da altre parti, mettendo in seria difficoltà gli stessi lavoratori.
I lavoratori non devono e non possono assolutamente essere discriminati e oppressi, anche perché le spese e l’esborso da parte del Consorzio di Bonifica e quindi della Regione Basilicata aumenta e non diminuisce.
E’ necessario una visione da parte di chi gestisce l’intero comparto della forestazione avveduta e di buon senso, che dia il buon esempio, tesa a premiare la meritocrazia e non altro.
E’ necessario iniziare a valutare il fatto che tanti lavoratori aspirano alla stabilizzazione, cioè chiedono il lavoro per l’intero anno solare e non solo l’assunzione ciclica anno dopo anno, questa cosa, dovrebbe essere presa in considerazione ovviamente in maniera esclusivamente volontaria.
Con i lavoratori assunti e stabilizzati dalla Regione Basilicata in un progetto specifico, il lavoro svolto potrebbe essere utilizzato per tutto l’anno e non solo per alcuni mesi”.