Nuova tassa sui rifiuti, 2 euro al kg: la proposta

L’Unione Europea ci chiede di contribuire al suo ambizioso bilancio 2028‑2034 “per un’Europa più forte” con una nuova tassa.

Infatti, per soddisfare quella che è stata definita la nostra ambizione comune, saranno necessarie nuove risorse.

Il comunicato stampa ufficiale lo spiega chiaramente: è necessario, fa sapere quifinanza, un flusso di entrate costante.

Uno dei modi individuati è l’applicazione di un’aliquota sui rifiuti elettronici non raccolti.

In questo modo l’Ue stima di generare una media di circa 15 miliardi di euro all’anno.

Uno dei modi per finanziare il bilancio 2028‑2034 dell’Ue sarà la tassazione.

In particolare, quella proposta il 16 luglio 2025 dalla Commissione Europea sarà una tassa sui Raee non raccolti.

Solo questa tassa frutterebbe all’Ue 15 miliardi di euro sui 58,5 miliardi l’anno necessari per l’ambizioso piano.

Non è l’unico tassello trovato per finanziare il bilancio.

A questi si aggiungono:

  • scambio di emissioni dell’UE;
  • adeguamento del carbonio alle frontiere;
  • accisa sui prodotti del tabacco;
  • prelievo sulle imprese con fatturato di oltre 100 milioni di euro.

La tassa sui rifiuti Raee sarà quella che permetterà il maggior afflusso di entrate.

La Commissione ha infatti fissato il prezzo di questa a 2 euro al kg.

La cifra dovrà essere moltiplicata per la differenza tra il peso medio degli apparecchi immessi sul mercato nei tre anni precedenti e il peso dei Raee raccolti.

Se pensiamo che in Italia il tasso di raccolta è pari al 29,64%, tutti i rifiuti non raccolti costerebbero 2,6 miliardi di euro.

La domanda è un’altra: da dove l’Italia prenderà i miliardi da versare?

Il rischio è che il costo dei Raee non raccolti finiscano per pagarlo i cittadini in discarica o alle isole ecologiche.

Il punto, come spiega il direttore generale del Cdc Raee, Fabrizio Longoni, è che il sistema funziona, ma non i controlli.

Manca la partecipazione di tutti, a partire dalla distribuzione. Servono, in poche parole, nuove soluzioni di raccolta.

L’Italia al momento è in affanno: per gli standard europei doveva essere al 65% della raccolta di Raee. Invece:

  • nel 2002 eravamo al 34,01 %
  • nel 2023 al 30,24 %
  • nel 2024 al 29,64 %.

I dati però sarebbero falsati, secondo Longoni, che vede un cortocircuito nel calcolo basato sul rapporto tra raccolta e immissione al consumo.

Nel 2024 sono stati raccolti 540 mila tonnellate di Raee domestici e non, ma la vendita è stata più alta. Da qui l’apparente passo indietro.

Intanto l’Europa ci bacchetta e ha ufficialmente aperto due nuove procedure d’infrazione per il mancato rispetto della disciplina in merito ai rifiuti.

La tassa per la mancata raccolta potrebbe quindi non essere né corretta (perché basata sul calcolo “errato” del rapporto di raccolta e immissione), né funzionale per via dei costi indiretti sulle persone.