Vendemmia 2025 nel Vulture-Melfese: “la stagione si prospetta straordinaria ma dobbiamo difendere le piccole imprese agricole”. L’appello

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato di Teodoro Palermo, commissario di Feder.Agri del Vulture.

Scrive Palermo:

“Alle porte della vendemmia 2025, nell’area del Vulture si respira un cauto ottimismo.

Nonostante le difficoltà climatiche – con temperature sotto la media a fine Aprile e scarse piogge stagionali che avevano fatto temere il peggio – la stagione si prospetta straordinaria.

Le temperature regolari dei mesi successivi hanno consentito ai vigneti di maturare al meglio, facendo intravedere una raccolta di eccellente qualità.

I vignaioli hanno fatto la loro parte con dedizione e sacrificio; ora spetta alle cantine del territorio valorizzare e trasformare questo lavoro in un vino capace di rappresentare degnamente la Basilicata, portando la voce del Vulture in Italia e nel mondo.

Il vino non è soltanto alimento, ma anche cultura, storia ed economia.

Nonostante ci siano ancora troppi che demonizzano il vino senza considerarne i valori culturali e sociali, resta un simbolo identitario delle nostre comunità.

Difenderlo significa difendere la nostra terra.

Le manifestazioni popolari hanno un ruolo centrale in questo percorso.

Le giornate del 13 e 14 Settembre a Maschito e la tradizionale manifestazione del Torchio a Rionero hanno dimostrato quanto la comunità sappia ritrovarsi attorno al vino e alle tradizioni, trasformando i borghi in luoghi di festa e condivisione.

Accanto a queste iniziative, Palermo richiama l’importanza di rilanciare eventi di respiro internazionale come Aglianica, il festival che negli anni ’90 e 2000 portò il Vulture alla ribalta nazionale e internazionale.

“Un modello che meriterebbe di essere recuperato e rilanciato, perché capace di unire promozione culturale, turistica ed economica”.

Oltre alle sfide climatiche, restano pesanti i problemi burocratici.

In Italia la superficie media delle aziende con vigneto è di appena 2,5 ettari, contro i circa 10,5 della Francia.

“Questo significa che, mentre Oltralpe i costi burocratici sono distribuiti su aziende più grandi, da noi ogni adempimento pesa in modo sproporzionato.

Le visite mediche e le assunzioni giornaliere per la vendemmia, pur necessarie per garantire legalità e sicurezza, rischiano di diventare un freno allo sviluppo”, osserva Palermo.

La proposta di Feder.Agri è chiara:

“Servono soluzioni concrete, come il ritorno a forme simili ai voucher agricoli o norme più chiare per l’impiego della manodopera familiare.

Non possiamo permettere che la burocrazia soffochi le aziende più piccole, che sono il cuore della viticoltura del Vulture”.

Giovani e futuro dei borghi Il tema più delicato resta quello del ricambio generazionale.

In Basilicata, le politiche regionali hanno dato la possibilità a molti giovani di avviare un’impresa agricola.

Tuttavia, nelle imprese viticole del Vulture i giovani restano ancora pochi.

Il rischio concreto è che senza ricambio generazionale i vigneti restino senza custodi, e la viticoltura del Vulture finisca per scomparire.

Difendere le piccole imprese agricole significa difendere i piccoli borghi: senza vignaioli e senza le loro famiglie non c’è vita nelle campagne, e lo spopolamento diventa inevitabile.

Salvare i vignaioli e le piccole aziendenon è solo una scelta economica, ma un atto di tutela culturale e sociale.

Se si salvano loro, si salva il futuro del vino del Vulture e la vita stessa dei nostri paesi”.