Vaccinazioni a Melfi: “I docenti del Gasparrini non sono figli di un Dio minore”! Ecco la denuncia del prof. Bencivenga

Dopo ben due rinvii della vaccinazione prevista per i docenti dell’Istituto G. Gasparrini di Melfi (PZ), se ne aggiunge ancora un altro.

È quanto dichiara il prof. Mario Bencivenga, il quale aggiunge:

“La situazione è intollerabile e credo si sia giunto il colmo della sopportazione.

Terminata l’iniziativa da parte dell’ASP di vaccinare gli over 80 presso il centro allestito, adiacente la sede del Comune di Melfi, e di tutti gli altri docenti degli Istituti scolastici della cittadina federiciana e dell’intera area del vulture melfese arriva, dopo ben due rinvii (15 e 26 Aprile), il turno dei docenti e di tutto il personale ATA del G. Gasparrini, 250 unità con una scuola che conta oltre 850 alunni (la più grande dell’intera area).

Era opinione diffusa che in ogni caso c’era tempo e modo per recuperare, qui nei giorni 4 e 5 Maggio, la smarrita credibilità nelle istituzioni e soprattutto la necessaria fiducia degli operatori scolastici di partecipare all’operazione messa in campo dal Governo centrale nell’operazione su scala nazionale denominata “L’Italia rinasce con un fiore”.

Si tratta di una primula stilizzata, come spiega lo slogan, simbolo della campagna dei vaccini anti Covid-19, realizzato dall’architetto Stefano Boeri.

‘Questa idea di una primula che aiuta ad uscire da un inverno cupo – è il messaggio di Boeri – il fiore è il segnale di inizio della primavera, un simbolo di serenità e rinascita’.

Ma qui è scattata l’altra beffa: Dopo ben due stop and go la giostra ha ricominciato il suo giro ma le dosi di Pfizer sono finite e non si conosce ancora per quale patologia nell’organizzazione sanitaria che sovrintende alla somministrazione.

Rabbia, amarezza, delusione sono i sentimenti prevalenti che è stato possibile percepire a pelle quando è stato riferito che sarebbe stato somministrato Astra Zeneca a prescindere dalle fasce di età dei vaccinandi, anticipando ciò che è ancora oggetto di valutazione da parte del Generale Figliuolo Commissario di Governo, e solo nel tardo pomeriggio di ieri si è corretto il tiro indicando negli over 60 i potenziali destinatari.

È incomprensibile che la Regione Basilicata stia ignorando una categoria fondamentale visti i numerosi contagiati di Covid nell’ambiente scolastico.

A questo non voglio aggiungere lo scandalo pruriginoso dei ‘furbetti’ che si sono fatti vaccinare saltando la fila; preferisco non addentrarmi nell’odioso spettro dei badanti – anzi, scusate: in italiano si chiamano «caregiver» – maltrattati o misconosciuti in tanti casi, o al contrario beneficiari di parentele acquisite all’ultimo momento.

Lasciamo perdere lo squallore di tante situazioni che hanno già richiamato l’attenzione della magistratura e soprattutto l’indignazione delle persone perbene.

Mettiamo da parte tutto questo, e quindi mi chiedo: perché ancora non possiamo usufruire del vaccino previsto in ragione delle fasce di età?

Perché le fiale di Pfizer per il Gasparrini sono finite mentre il piano nazionale della ripartizione tra regioni ne aveva pianificato con lucida precisione sia i tempi sia le modalità della distribuzione?

Dove altro non funziona la macchina organizzativa?

Quali sono i criteri adottati in sede regionale per la consegna programmata delle fiale?

Per simpatia o peso elettorale?

Ditecelo, per favore, in maniera lucida e ‘ragionata’, perché la beffa brucia più del danno e perché il Covid continua a mietere vittime.

I Docenti del Gasparrini di Melfi non vogliano sentirsi figli di un Dio minore e non meritano di ricevere un trattamento peggiore rispetto agli altri lavoratori della scuola e/o di pubblica utilità inseriti da tempo nel calendario vaccinale più volte disatteso, non fosse altro come misura di civiltà e un riconoscimento dovuto al lavoro che ogni giorno l’Istituto scolastico svolge per l’intera area”.