Stellantis di Melfi: “salari dei lavoratori italiani più bassi dei colleghi francesi”. Ecco dove si deve migliorare

Queste alcune delle proposte che l’assessore alle Attività Produttive Francesco Cupparo ha illustrato ieri in conclusione dei lavori del Consiglio Regionale straordinario dedicato alla “situazione Stellantis”:

  • Ridurre i costi energetici per lo stabilimento Stellantis di Melfi (PZ);
  • migliorare ed ammodernare i servizi dell’area San Nicola di Melfi (PZ);
  • superare il gap infrastrutturale che incide sui costi di produzione delle auto;
  • ampliare l’attività dell’indotto per la componentistica e le batterie per i nuovi modelli che attualmente provengono da fabbriche estere,
  • di conseguenza ampliare l’occupazione diretta ed indotta.

Nel sottolineare che:

“il punto di riferimento dell’azione che la Giunta svilupperà, di intesa con le parti datoriali (Confindustria) e sociali (Cgil, Cisl, Uil) e i sindaci, è la lettera del presidente Bardi al Premier Draghi e ai Ministri Giorgetti e Carfagna, come la risoluzione approvata all’unanimità in Consiglio Regionale”

l’assessore ha ricostruito le iniziative svolte negli ultimi mesi e che sono precedenti ai Consigli straordinari di Melfi e di ieri in Regione.

Cupparo ha ricordato che dopo la visita dell’a.D. Stellantis Carlos Tavares, insieme al presidente John Elkann, il 21 Gennaio scorso, allo stabilimento lucano di Melfi, che – ha detto – “è stato sicuramente un primo contatto” – ha inviato a Taveres e ad Elkann una sua lettera che di fatto ha anticipato la posizione del Governo Regionale in merito ai programmi industriali del Gruppo automobilistico con una serie di indicazioni di prospettive.

Ha affermato l’assessore:

“Quando Tavares dice che il costo dell’auto costruita in Italia è circa quattro volte maggiore di quello degli stabilimenti francesi non si riferisce ai salari dei lavoratori italiani, che sono più bassi dei colleghi francesi, ma piuttosto ai costi energetici e di trasporto e ai problemi della logistica.

Per questa ragione intendiamo fare la nostra parte chiamando le società petrolifere dei distretti Val d’Agri e Tempa Rossa ad intervenire con una quota degli investimenti programmati.

Quanto all’area San Nicola di Melfi, come accade in tutte le altre aree industriali della regione, ci sono carenze infrastrutturali e di servizi alle aziende non più tollerabili, che si trascinano da troppi anni e che vanno rapidamente superate.

Anche per questo abbiamo istituito Api-Bas che segnerà una svolta nella gestione dei nuclei industriali ed abbiamo candidato nel PNRR un progetto specifico per 1 miliardo 440 Milioni di euro per realizzare il “Polo automotive” e costruire le infrastrutture di cui c’è bisogno, altrimenti è difficile attrarre investimenti di grandi gruppi industriali in Basilicata.

Di questo il Governo è chiamato a tenere conto.

Quella di Stellantis non è una vicenda che riguarda solo la Basilicata o l’Italia ma l’intero Paese e quindi – ha detto Cupparo – richiede un fronte ampio ed unitario che coinvolga il Governo, i nostri parlamentari e tutti i politici lucani.

Siamo partiti con il piede giusto e non possiamo abbassare la guardia.

Per questo ho costituito un tavolo, come chiesto nel Consiglio comunale di Melfi – che ho apprezzato come ho apprezzato le proposte e le posizioni di sindaci, sindacati, parti datoriali, partiti di opposizione e di maggioranza- e lo convocherò.

Sono convinto che la spunteremo.

Penso alla dichiarazione del dirigente di Stellantis che ha detto:

‘non togliamo la seconda linea, potremmo fare la terza ma dobbiamo sbloccare il mercato perché le auto le dobbiamo vendere a qualcuno‘.

Noi faremo pesare gli investimenti pubblici – statali e della Regione – per la realizzazione dello stabilimento di Melfi, come per il Contratto di Sviluppo che abbiamo firmato e che abbiamo finanziato, il Campus Tecnologico a cui va data una missione.

Contiamo infine sulla scelta dell’ex Fca che per la prima volta ha deciso l’accreditamento al sistema di formazione della Regione e perseguiamo l’obiettivo di accrescere e non certo ridurre l’occupazione qualificata e di giovani laureati lucani”.