Il 25 Agosto, dopo la pausa estiva, riparte la produzione nello stabilimento Stellantis di Melfi.
Lo scrive, in una nota, la Fim-Cisl della Basilicata sottolineando come con la “ripresa delle attività, lo stabilimento affronterà un cambiamento significativo nel mix produttivo: sarà completamente azzerata la produzione della Jeep Compass nella versione uscente, mentre la Jeep Renegade sarà realizzata esclusivamente in versione mild hybrid (MHEV) fino alla fine di ottobre.
Contestualmente, la produzione della 500X passerà dagli attuali 75 veicoli per turno a 110, in risposta a una richiesta straordinaria proveniente dal mercato algerino.
Questo aggiornamento produttivo rappresenta un passo fondamentale verso l’incremento graduale dei nuovi modelli in linea e l’avvio della nuova organizzazione del lavoro.
La riduzione dei volumi produttivi ha determinato un momentaneo esubero di personale, gestito attraverso il contratto di solidarietà in vigore fino a giugno 2026, al fine di garantire un minimo salariale.
Questa situazione ha già avuto un impatto significativo sull’occupazione: dal 2021 a oggi, circa 2.300 lavoratori hanno lasciato lo stabilimento aderendo a uscite incentivate su base volontaria.
Nelle prossime settimane si completeranno le circa 200 uscite rimanenti del piano, che complessivamente prevede 500 lavoratori, portando la forza lavoro dello stabilimento Stellantis di Melfi a circa 4.540 unità.
Lo stabilimento entra così in una delicata transizione verso la piattaforma BEV STLA Medium, che prevede sette modelli, comprese versioni ibride (con la sola eccezione della DS8 per motivi legati ai tempi di sviluppo).
Il cronoprogramma attuale è il seguente:
- DS8 elettrica, già in produzione;
- Jeep Compass elettrica, in linea;
- Primo semestre 2026: Compass ibrida e DS7 (elettrica e ibrida);
- Secondo semestre 2026: Lancia Gamma, in doppia versione.
Anche se la notizia non è ancora confermata, si parla dell’assegnazione a Melfi di un’ulteriore vettura appartenente a un altro marchio del gruppo Stellantis: un segnale che, se ufficializzato, rafforzerebbe ulteriormente il ruolo strategico dello stabilimento nel futuro industriale del gruppo.
Continua Evangelista:
“Sarà un momento delicato e cruciale, reso ancor più complesso dal fatto che i nuovi modelli, con ogni probabilità, incideranno in maniera significativa sui volumi produttivi solo a partire dal secondo semestre 2026 e nel corso del 2027.
Questo significa che, nei prossimi mesi, sarà fondamentale gestire con attenzione l’organizzazione del lavoro e garantire continuità occupazionale”.
È necessaria un’adeguata formazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori, affinché siano pronti ad affrontare l’aumento dei volumi produttivi e i cambi di modello previsti nei prossimi mesi.
Ma mentre si guarda al futuro dello stabilimento, l’indotto vive una condizione di forte sofferenza.
Decine di aziende affrontano vertenze aperte, con il rischio di compromettere il lavoro e la stabilità economica di centinaia di famiglie.
La transizione industriale non può lasciare senza tutele chi, per anni, ha sostenuto la produzione di Melfi.
È fondamentale garantire l’accesso agli ammortizzatori sociali, dare priorità alle imprese locali nelle forniture e attivare tutti gli strumenti previsti dall’accordo per l’area di crisi complessa.
Occorre inoltre mettere in campo un programma strutturato per la rigenerazione e la riconversione delle aziende che, con il nuovo assetto produttivo, non saranno più fornitrici di Stellantis.
La riorganizzazione produttiva, con l’eliminazione dei modelli più complessi e l’introduzione graduale dei nuovi, comporterà un riassetto delle attività sia nello stabilimento Stellantis sia nelle aziende dell’indotto di Melfi.
I volumi futuri saranno inevitabilmente influenzati dall’andamento del mercato – che oggi premia le motorizzazioni ibride – e dalle scelte logistiche e strategiche dell’azienda.
Il biennio 2025-2026 sarà tra i più delicati nella storia dello stabilimento di Melfi e dell’intera economia lucana.
Qui si decide il futuro del lavoro e dell’occupazione.
Per questo servono responsabilità, visione e un impegno comune a tutti i livelli istituzionali e industriali.
Allo stesso tempo, Stellantis deve investire nei servizi e nelle aree interne dello stabilimento, per restituire dignità e qualità all’ambiente di lavoro.
Come ricordava lo storico motto di FIAT/SATA/FCA, legato al “prato verde” di Melfi – simbolo di una fabbrica pensata per essere vissuta e non subita – per garantire qualità e buona lavorazione i lavoratori devono poter vivere la fabbrica, non subirla. Oggi Stellantis deve far proprio questo modello.
Confidiamo molto nel nuovo Amministratore Delegato, Antonio Filosa, e ci auguriamo che possa visitare quanto prima lo stabilimento di Melfi per toccare con mano il valore e le potenzialità di questo sito”.