San Fele costruisce ponti culturali e religiosi per il 2026: al Sindaco un messaggio personale dal Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana

A San Fele non c’è il mare, è vero. Il mare dei sanfelesi un tempo era rappresentato dalle cascate, dette “Uatteniere”.

Al Sindaco Donato Sperduto arriva, però, un messaggio direttamente dal Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana: segno di un borgo uscito ormai dall’anonimato e che è pronto a conquistare spazi nazionali, continuando il proprio cammino verso la candidatura a Borgo dei Borghi, nell’intreccio potente tra cultura, fede e comunità.

Dopo aver accolto questa estate una star come Giancarlo Giannini, stella del cinema sulla walk of fame di Hollywood, e aver promosso una campagna di marketing alla stazione di Napoli Garibaldi, il borgo punta sulle proprie radici legate in particolare al turismo religioso e alla figura di San Giustino De Jacobis, nato a San Fele e missionario in Etiopia.

Tutto per impegno dell’Amministrazione comunale che si muove in stretta sinergia con la Diocesi guidata dal Vescovo Mons. Ciro Fanelli e con la collaborazione di don Michele Del Cogliano, parroco di San Fele delegato vescovile per le istituzioni.

Nel messaggio dell’Ammiraglio Giuseppe Brutto Bergotto, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, pervenuto al Sindaco Sperduto si sottolinea il rapporto costruito tra la comunità e la Marina grazie al progetto “Mezzogiorno e Mediterraneo” (ideato e diretto da Mario Esposito), che ha visto San Fele protagonista a bordo della Nave Palinuro a Napoli.

L’Ammiraglio invita il Sindaco Sperduto a proseguire questo dialogo istituzionale a vantaggio del territorio.

Afferma Sperduto:

“La storia di San Giustino invita tutti noi, e in particolare i più giovani, a crescere nella responsabilità e nella generosità.

Questo spirito guida anche il cammino di San Fele verso Borgo dei Borghi, un progetto che unisce radici, cultura e futuro, passo dopo passo”.

San Fele dimostra come un piccolo borgo dell’entroterra possa diventare laboratorio di cultura, spiritualità e promozione del territorio, in cui tradizione e apertura al mondo si incontrino per un cammino concreto e condiviso.

Capace di andare lontano e guardare già per il 2026 verso nuovi orizzonti”.