Rionero oggi perdeva un eroe: Giuseppe Pennella, generale pluridecorato della Prima Guerra Mondiale

Oggi la città di Rionero ricorda uno dei suoi rappresentanti più illustri: Giuseppe Pennella, il generale nato nella città del Vulture l’8 Agosto 1864 e deceduto a Firenze il 15 Settembre 1925.

Pluridecorato ufficiale del Regio Esercito, durante la prima guerra mondiale ricoprì altissimi incarichi, comandando in successione della Brigata “Granatieri di Sardegna”, 35ª Divisione, XI Corpo d’armata, 2ª Armata, 8ª Armata e XII Corpo d’armata.

Alla testa della 35ª Divisione operò in Macedonia.

Figlio di Antonio e Maddalena Plastino, lasciò il suo paese natio all’età di 13 anni per entrare alla Scuola militare Nunziatella di Napoli, passando (nel 1882) a frequentare la Regia Accademia Militare di Modena, dove conseguì il brevetto di sottotenente.

Frequentò, successivamente, la Scuola di guerra, classificandosi al secondo posto sui trenta disponibili e conseguì il brevetto di Capo di Stato Maggiore.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, fu promosso al grado di colonnello e nel Maggio 1915, con l’approssimarsi dell’entrata in guerra dell’Italia, divenne capo dell’ufficio di segreteria del Capo di stato maggiore del Regio Esercito, generale Luigi Cadorna.

Fu l’inizio di una serie di successi militari che gli valsero meriti e onorificenze, tra cui 13 italiane e 4 estere.

1915:

  • fu al comando della Brigata “Granatieri di Sardegna” e con essi si distinse sia a “Quota 88”, di fronte a Gorizia, sia durante la battaglia degli Altipiani (1916);

Questo il suo ricchissimo curriculum:

1916:

  • partecipò alla sesta e settima battaglia dell’Isonzo;
  • assunse l’incarico di Capo di Stato maggiore della 4ª Armata, cooperando alla difesa del Cadore e delle Alpi di Fasso, per passare poi a quello della 3ª Armata.

1917:

  • fu Comandante della 35ª Divisione e contemporaneamente del Corpo di spedizione in Macedonia;
  • distintosi sul fronte balcanico, venne insignito della Croce di Commendatore dell’Ordine della Stella dei Karađorđević;
  • fu nominato comandante dell’XI Corpo d’armata;
  • su decisione del nuovo Capo di Stato maggiore Armando Diaz, passò alla testa della 2ª Armata.

1918:

  • assunse la guida dell’8ª Armata del Montello;
  • partecipò alla Battaglia del solstizio, al cui termine, su pressione del Generale Pietro Badoglio, Diaz lo rimosse dal comando;
  • prese parte alla battaglia di Vittorio Veneto alla testa del XII Corpo d’armataavanzando sull’Altopiano dei Sette Comuni, liberò Pergine Valsugana, evitando che il nemico austro-ungarico commettesse atrocità in altri luoghi.

1919:

  • il governo italiano lo designò al comando di 85.000 uomini che avrebbero dovuto intervenire in Georgia per mantenere l’indipendenza dei nuovi paesi caucasici dalle mire della nascente Unione Sovietica;
  • fu in testa al Corpo d’armata di Firenze e presidente della Deputazione provinciale fiorentina.

Di seguito una foto della statua in bronzo a lui dedicata e innalzata nella Villa comunale che porta il suo nome, sita presso la stazione di Rionero.