Quando il Meridione diventa racconto, Giuseppe Lupo e Antonio Cecere a Barile. Questa l’iniziativa

C’è un Meridione che chiede ascolto e attenzione. Un Sud che vive nei ricordi, si rinnova e si racconta con voce forte, trasformandosi in materia viva di cultura, memoria e futuro.

È questo il filo conduttore di Vigna e Parole, la rassegna che domani martedì 19 agosto 2025, alle ore 19, prenderà forma a Barile, nel Vulture, ospitata dall’Azienda Agricola Donato D’Angelo.

Sul palco, due interpreti d’eccezione: Giuseppe Lupo, celebre scrittore e ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Antonio Cecere, studioso di storia e presidente dell’ArcheoClub del Vulture.

Due percorsi diversi, un obiettivo comune: interrogare il Meridione di oggi, cercando nel paesaggio, nella storia e nelle parole una chiave per comprenderne la forza e le fragilità.

Giuseppe Lupo, nato ad Atella, ha fatto del Sud la scena e il respiro della sua narrativa.

Nei suoi romanzi – da L’americano di Celenne a Gli anni del nostro incanto, passando per Breve storia del mio silenzio – i paesi, le piazze e le campagne lucane diventano scenari mitici, luoghi in cui il reale si intreccia all’immaginario e la memoria si fa racconto corale.

Vincitore di premi prestigiosi come il Mondello e il Viareggio, per citarne solo alcuni, Lupo è saggista e editorialista per Il Sole 24 Ore e Avvenire, impegnato in una riflessione costante sul valore della cultura come strumento di resistenza civile.

La sua scrittura, evocativa e simbolica, restituisce un Sud che si reinventa continuamente, capace di essere – nelle sue parole – “un laboratorio di speranza”.

Accanto a lui, Antonio Cecere, ricercatore presso la Scuola Superiore di Studi Storici dell’Università della Repubblica di San Marino, ha riportato il Vulture al centro della scena culturale lucana.

Lo ha fatto con studi, ricerche e iniziative capaci di coinvolgere la comunità e attirare l’attenzione di un pubblico ampio.

Con Ninfea 2024, ha raccontato il patrimonio naturale e archeologico del territorio in una chiave partecipativa. Con Eminalis Festival, pochi giorni fa, ha trasformato Rionero in un laboratorio di identità, tra rievocazioni storiche, incontri e performance artistiche.

Il loro dialogo a Vigna e Parole dal titolo “Perché parlare dei Meridione oggi?” sarà un incontro tra visione poetica e impegno civile, tra letteratura e storia. Un’occasione per ripensare il Sud, liberandolo dai cliché e riconsegnandolo alla sua complessità.

La cucina di Michele Macchia, giovane e talentuoso chef lucano, darà sapore a questa riflessione con un aperitivo preparato con materie prime locali e accompagnato dai vini della cantina Donato D’Angelo.

Un viaggio gastronomico che diventerà parte integrante della narrazione della serata. La musica di Tiziano Gioiosa e Maria Francesca Ditaranto aggiungerà un’ulteriore dimensione: le note si intrecceranno con le parole, seguendo il ritmo del tramonto tra i filari, trasformando il vigneto in un palcoscenico naturale dove letteratura, storia, cucina e suono si fonderanno in un’unica esperienza sensoriale.

In un’Italia spesso distratta verso i suoi margini geografici e culturali, questa serata afferma il Meridione come centro pulsante di idee, memorie e bellezza. Il Sud, quando trova spazio per raccontarsi, illumina l’Italia intera con la forza delle sue voci, il sapore della sua terra e la musica che ne accompagna l’anima.

L’ingresso al dialogo è libero e si consiglia la prenotazione.

Di seguito la locandina con i dettagli.