Proroga tasse 2025, tutte le scadenze rinviate: chi resta escluso

Il Consiglio dei ministri del 12 giugno ha approvato il nuovo decreto fiscale che introduce la proroga dei versamenti delle tasse con scadenza al 30 giugno 2025.

La misura, che per la verità era attesa, come fa sapere quifinanza non è universale ma interessa circa 4,6 milioni di contribuenti, tra partite Iva in regime forfettario e soggetti Isa, ovvero coloro che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale.

Resta, quindi, esclusa una folta schiera di contribuenti.

Il provvedimento del governo stabilisce che i versamenti derivanti dalle dichiarazioni dei redditi, dell’Irap e dell’Iva, che inizialmente erano previsti con scadenza entro il 30 giugno 2025, potranno essere effettuati:

  • entro il 21 luglio 2025 (dato che il 20 cade di domenica), senza alcuna maggiorazione;
  • dal 22 luglio al 20 agosto 2025, in questo caso con una maggiorazione del +0,4%.

I contribuenti potranno così liquidare il saldo 2024 e il primo acconto 2025 anche a luglio inoltrato.

Il rinvio riguarda anche il versamento dell’imposta sostitutiva legata all’eventuale maggiore reddito per coloro che hanno aderito al concordato preventivo biennale, lo strumento di definizione anticipata del reddito valido per due anni entrato in vigore nel 2024, che il governo Meloni sta spingendo da mesi.

Come spiegato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, la proroga si è resa necessaria alla luce delle nuove regole introdotte dal decreto legislativo correttivo del concordato preventivo, per dare ai professionisti un “tempo congruo” per effettuare i versamenti.

Si tratta, dunque, di un allineamento tecnico-contabile reso necessario da modifiche normative recenti.

E i beneficiari, naturalmente, ringraziano.

Come detto, il provvedimento non è universale, dato che la proroga si applica esclusivamente a:

  • contribuenti in regime forfettario;
  • soggetti Isa (cioè coloro che adottano gli indici di affidabilità fiscale);
  • contribuenti minimi;
  • coloro che hanno aderito al concordato preventivo biennale.

Restano invece escluse dalla proroga le seguenti categorie:

  • le partite Iva in regime ordinario non soggette agli Isa;
  • i contribuenti che non aderiscono al concordato preventivo biennale;
  • tutti gli altri soggetti diversi da quelli sopra elencati, inclusi lavoratori dipendenti e altri contribuenti non autonomi.

Per tutte queste categorie, il calendario delle scadenze fiscali resta invariato.

Ma il nuovo decreto fiscale mette tanta altra carne al fuoco, oltre alla proroga delle scadenze fiscali.

Per cominciare, “si fa chiarezza per la tracciabilità dei pagamenti per le spese di viaggio, vitto e alloggio“, per usare le parole di Leo.

C’è poi il divieto di cumulo tra i benefici per i lavoratori impatriati e gli incentivi per i ricercatori che rientrano dall’estero e per i neo-residenti.

L’articolo 6 della bozza stabilisce che gli effetti dell’imposta sostitutiva da 200.000 euro sui redditi prodotti all’estero realizzati dalle persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia non sono “cumulabili” con gli incentivi per il rientro in Italia dei ricercatori residenti all’estero e con il nuovo regime agevolativo a favore dei lavoratori impatriati.

Annunciato uno stanziamento di 200 milioni per arginare la crisi dell’ex Ilva. E viene prorogato “quanto già previsto nel primo decreto sull’ex-Ilva”.

Nel decreto fisco non c’è la proroga della sugar tax, così come manca la riduzione dell’Iva sui beni d’arte.

Leo specifica però che “le due misure sono assolutamente all’attenzione del governo” e che “l’impegno è stato preso”. Si attende solo di “trovare le risorse adeguate”.