Patente agli anziani, in arrivo controlli e regole più dure: i dettagli

Giro di vite sul rinnovo delle patenti per gli automobilisti più anziani.

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha anticipato il provvedimento allo studio del governo durante un’intervista a Rtl 102.5.

Stando alle parole di Salvini, il governo potrebbe dunque scegliere di inasprire le regole per la patente a chi non è più giovanissimo.

Spiega il ministro, come riporta quifinanza:

“Stiamo ragionando su come eventualmente rivedere gli esami di rinnovo della patente di guida dopo certi limiti di età, perché quello che sta succedendo in queste settimane, una riflessione basata sui numeri e sui dati, non sulle impressioni, la impone”.

Il ministro fa riferimento al grave incidente del 27 luglio quando un 82enne aveva imboccato contromano l’autostrada Torino-Milano scontrandosi contro un suv.

Oltre all’anziano, sono morti tre dei quattro passeggeri dell’altra auto.

Nei giorni scorsi si sono verificate altre segnalazioni di automobilisti, anziani e non, che hanno imboccato la tangenziale in contromano.

Stando ai dati diffusi dall’Asaps – associazione amici della polizia stradale, se solo il 13,7% degli incidenti provocati da auto che andavano contromano nei primi 7 mesi del 2025 è stato provocato da anziani, la percentuale sale al 31% considerando quelli con esiti mortali.

Abbassando un po’ la soglia anagrafica, nel 57% degli incidenti mortali avvenuti in autostrada al volante c’era un over 65.

Va riconosciuto che l’Italia dispone già di una delle normative più severe d’Europa in materia di rinnovo della patente per gli anziani.

Attualmente:

  • tra i 70 e gli 80 anni il rinnovo viene effettuato ogni 3 anni, con visita medica obbligatoria;
  • oltre gli 80 anni il rinnovo è ogni 2 anni, sempre con visita obbligatoria.

Questo significa che un ultraottantenne in Italia si sottopone a un controllo medico ogni due anni per poter continuare a guidare, una frequenza ben superiore a quella di altri Paesi: nel Regno Unito ci vuole una semplice autodichiarazione, senza visita medica obbligatoria, mentre in Francia e in Germania non viene effettuato nemmeno il test medico periodico legato all’età.

Tuttavia, in Italia la verifica è esclusivamente clinica e documentale, senza prove pratiche di guida né test cognitivi — elementi previsti invece in altri Stati.

In Spagna, ad esempio, dal compimento dei 65 anni, il rinnovo avviene ogni 5 anni, con visita psicofisica obbligatoria che comprende test di riflessi, vista e udito.

La normativa è simile anche nei Paesi Bassi, dove la visita medica obbligatoria è prevista al rinnovo quinquennale dal compimento dei 75 anni, con possibili limitazioni personalizzate (ad esempio guida consentita solo di giorno).

In Italia, come detto, la frequenza dei rinnovi è già tra le più alte.

Resta da capire se le eventuali novità punteranno a rendere più approfondite le visite mediche, includendo test di guida pratica o cognitivi, l’introduzione di nuove regole su tempi di rinnovo e se applicare limitazioni personalizzate.

Di certo, un irrigidimento della normativa potrebbe suscitare opinioni contrastanti. E già ieri, dopo l’apertura alla riflessione del ministro Salvini, è arrivata la replica del presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso:

Ogni riflessione basata su dati oggettivi e sull’interesse collettivo è sempre legittima.

Tuttavia, c’è un principio dal quale non si può prescindere: la libertà di muoversi è un diritto fondamentale per ogni cittadino, a tutte le età.

In particolare per tanti anziani la patente rappresenta non solo un documento, ma uno strumento di autonomia, dignità e partecipazione sociale.

Piuttosto che porre limiti indiscriminati legati solo all’età anagrafica, è necessario rafforzare i controlli periodici rendendoli efficaci e rigorosi, basati su criteri medico-funzionali chiari e aggiornati.

Assoutenti, quindi, ricorda come nessun provvedimento possa ledere la libertà di circolazione dei cittadini riconosciuta dalla nostra Costituzione, e qualsiasi misura restrittiva va presa sulla base di criteri oggettivi e non sull’emozione del momento legata agli ultimi fatti di cronaca.