Ospedale Melfi: cittadino ringrazia tutti i medici e gli operatori che hanno curato suo cognato. Ecco la lettera

“Rendo pubblico un dolore familiare: lo faccio per dire grazie a chi si prodiga per la salute dei cittadini e per sostenere, ancora una volta, la necessità di rilanciare la sanità pubblica“.

Inizia così la lettera inviata alla Redazione da un nostro lettore di Melfi che aggiunge:

“Purtroppo una grave crisi emorragica, a seguito di una neoplasia devastante, ha portato via mio cognato C. T..

Un male incurabile individuato circa due anni fa dall’equipe dell’ospedale di Melfi guidata dal bravissimo dott. Rosario Festa e curato con vera professionalità dal reparto di oncologia del CROB di Rionero in Vulture.

E grazie all’impegno impagabile del dott. Giovanni Bozza, alla sua qualificatissima competenza e umanità che C. ha potuto affrontare questi mesi di cura con pazienza e speranza.

Ma il male del secolo è una brutta bestia, da affrontare ancora con tanta ricerca scientifica ed investimenti in termini umani e finanziari.

Anche ieri, nel momento acuto dell’emorragia in atto, ho avuto la riconferma di un Pronto Soccorso efficiente e qualificato dell’ospedale di Melfi e del suo dirigente dott. Enzo Frusci, che, individuata la crisi in atto, ha provveduto, d’intesa con il San Carlo, al trasferimento a Potenza, dove si è tentato di tutto per salvare C..

Nulla si è potuto fare perché la situazione oramai era irrimediabile.

Infine, in questi circa due anni di sofferenza, C. ha potuto usufruire della qualità alta degli operatori dell’ADI, di un servizio di eccellenza nato anni addietro proprio nella nostra area (poi esteso in tutta la Basilicata) per la visione lungimirante di amministratori pubblici del Vulture Melfese, supportati da personale medico ed infermieristico di grande valore.

Scrivo questa pagina di ‘diario di bordo’ non solo per dire GRAZIE a chi si è prodigato per curare ed alleviare il dolore di C., ma anche per dire che c’è una sanità pubblica lucana, dalle radici lontane, che funziona e che ha bisogno solo di essere rilanciata con risorse umane e investimenti, rafforzando i presidi ospedalieri e, ancor di più, la medicina territoriale.

SI PUÒ FARE, SI DEVE FARE!

La politica dei tagli alla sanità pubblica degli anni passati ha lesionato il Servizio Sanitario Nazionale, non lo ha distrutto.

La pandemia ci ha detto che bisogna invertire la rotta, rilanciare il valore della difesa della salute e investire, investire, investire. Non tagliare.

Lo si deve a tutti i cittadini.

Prima di tutto ai più fragili, a chi non ha soldi per curarsi privatamente, a chi è allettato, ai non autosufficienti, agli anziani, nel rispetto dei valori e dei principi dell’art. 32 della Costituzione Italiana.

A nome di tutti i miei familiari, grazie ai tanti operatori della sanità pubblica che si sono presi cura di C., dal primo giorno della patologia agli ultimi attimi della sua vita.

GRAZIE!”.