“Nella giornata odierna ho effettuato una visita ispettiva presso la Casa circondariale di massima sicurezza di Melfi.
Parte della struttura risulta attualmente interessata da lavori di ristrutturazione, ma nel complesso, sia sul piano strutturale che su quello amministrativo e direzionale, non sono emerse criticità“.
Lo dichiara la Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Tiziana Silletti, che prosegue:
“La Casa circondariale di Melfi pur operando in regime di massima sicurezza, si conferma una realtà in cui le persone detenute possono vivere in condizioni dignitose e conformi alle normative vigenti, svolgendo attività trattamentali, lavorative e formative che garantiscono un percorso di espiazione della pena rispettoso dei diritti umani.
Proprio chi vive il regime di massima sicurezza attraversa quotidianamente un’esperienza umana complessa, fatta di spazi limitati, tempi rigidi e possibilità ridotte.
Tuttavia, dentro quelle regole stringenti continuano a vivere uomini — con fragilità, pensieri, desideri e storie che non si esauriscono nella condizione detentiva.
Riconoscere questa dimensione significa ribadire che la dignità non viene mai meno, e che una società matura sa tenere insieme sicurezza e umanità, responsabilità e rispetto, pena e ascolto.
A tal proposito comunico di aver avuto un colloquio personale con il detenuto Anan Yaeesh, alla presenza della Direttrice e della Polizia penitenziaria.
Il sig. Yaeesh ha potuto rappresentarmi direttamente le proprie esigenze, in particolare legate alla volontà di proseguire gli studi, e ha avuto modo di condividere ulteriori aspetti relativi alla sua esperienza personale e alla vita quotidiana all’interno dell’istituto.
Dalla verifica effettuata, le sue condizioni risultano assolutamente in linea con le normative previste per i detenuti sottoposti al regime AS2, e non ho riscontrato nel modo più assoluto strategie, modalità o pratiche punitive nei suoi confronti o nella gestione complessiva dell’istituto.
È invece emersa con chiarezza la presenza di un passaggio di informazioni non corretto, che ha generato percezioni distorte e comunicazioni esterne non aderenti alla realtà.
Ho concordato con la Direzione e con lo stesso Yaeesh che, da ora in avanti, vi sarà una comunicazione diretta, costante e trasparente, così da evitare qualunque forma di strumentalizzazione o diffusione di notizie non corrispondenti al vero.
Ribadisco la mia totale vigilanza non solo sul caso del sig. Anan Yaeesh ma su tutte le persone detenute presenti nelle strutture penitenziarie della Basilicata, nel pieno rispetto del mandato istituzionale che mi è stato affidato.
Ogni volto che incontro, ogni storia che ascolto, mi ricorda che il compito del Garante non è soltanto verificare, ma custodire l’umanità che resiste anche nei luoghi più difficili.
Continuerò a farlo con impegno, trasparenza e presenza perché la dignità non è un privilegio: è un diritto che va protetto sempre, soprattutto dove può essere più fragile”.

































