Melfi, il Gasparrini è il primo in Basilicata a portare il cambiamento: “Si respira aria nuova”

Come già anticipato l’Istituto di Istruzione Superiore “Guglielmo Gasparrini” di Melfi è il primo in Basilicata a rientrate in una sperimentazione promossa dal Miur che permetterà agli studenti di diplomarsi in 4 anni.

Ieri, Lunedì 10 Settembre, in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, alle ore 16:00 si è tenuta nella Sala Consiliare del Comune di Melfi, una presentazione pubblica della nuova progettualità scolastica, autentica rivoluzione per il nostro territorio.

Tra i presenti, oltre al preside Michele Masciale, anche:

  • la professoressa dell’Università di Bolzano, Beate Weyland;
  • l’architetto Alessandra Galletti;
  • la vicepreside Mariantonietta Roberti;
  • il Sindaco, Livio Valvano;
  • la professoressa Concetta Carella;
  • l’ispettore dell’ufficio scolastico regionale, Nicola Caputo.

Il Preside, Michele Masciale, ha aderito entusiasta al progetto (assieme ad altre 100 scuole di Italia), accorpandolo alla collaborazione con l’Università di Bolzano, pronta a favorire l’introduzione del nuovo processo formativo.

Il programma giornaliero degli studenti iscritti al corso sperimentale prevede:

  • 40 ore settimanali di lezione (il Sabato sarà libero);
  • 25 minuti di assoluta autonomia (derivanti dalla detrazione di 5 minuti da ogni ora di lezione) per discutere con i docenti, frequentare i laboratori multimediali, le biblioteche o l’angolo bar pensato appositamente per i momenti di svago;
  • un percorso in cui non siano i ragazzi ad attendere i professori in classe, come da copione, ma i docenti a riceverli nelle rispettive aule tematiche;
  • lezioni accorpate per ridurre le quantità del materiale didattico da portare con sé a scuola;
  • pausa pranzo dalle 14:00 alle 15:00.

Il Dirigente ha aperto l’evento, ricordando l’impegno che l’intera scuola ha investito in questo grandissimo cambiamento e ringraziando, dunque:

“coloro che hanno profuso immani energie per far si che ci fossero risultati apprezzabili.

Il progetto Gaspar-change agita in noi una via alternativa, per dare spazio a idee nuove”.

A testimoniare gli sforzi, le ansie, le notti insonni e i desideri alla base di questo progetto, la vicepreside Mariantonietta Roberti e la professoressa Concetta Carella che, con il loro intervento, hanno mostrato quanta passione abbia mosso la scuola intera per far funzionare le modifiche condivise e approvate.

La prova tangibile dello sforzo innovativo e rivoluzionario che si respira tra i banchi scolastici è stata data dalla rappresentanza di due studenti i quali hanno illustrato il percorso da loro svolto per giungere a dei risultati reali e hanno confermato che:

“A scuola si respira aria nuova.

Ci sentiamo più liberi, considerati, importanti.

Abbiamo più tempo per pensare, approfondire le nostre conoscenze e confrontarci con i nostri compagni di viaggio: docenti e studenti”.

Dopo una battuta sul tanto desiderato bar interno, i due giovani hanno stimolato nella platea una risata di approvazione e, allo stesso tempo, la sensazione che realmente il cambiamento in atto, specialmente nelle sue più profonde innovazioni, stia sviluppando dentro di loro una rinnovata voglia di nutrire le loro menti.

Con la professoressa Beate, il discorso si è entrati nel merito del progetto vero e proprio, sondando l’aspetto più tecnico dello stesso.

Ha parlato di “spazio che racconta” e del legame che intercorre tra pedagogia, architettura e design.

Attraverso l’illustrazione di immagini fotografiche, ha raccontato come si è avvicendata nella somministrazione del percorso all’attenzione della scuola e come, sotto l’aspetto più pratico, esso abbia avuto sviluppo: mediante un workshop con ragazzi e insegnanti, durante il quale si è lasciato spazio ai sogni, alla loro visione di “scuola del futuro”.

Il “Sogno” è stato la chiave di tutto: una concetto che ha avuto moltissima importanza, quasi il fulcro dell’intero mutamento.

La professoressa Beate ha parlato anche di controllo, burocratizzazione e valutazione come tre bombe che minano il processo di apprendimento, tutte figlie della peggiore: il potere

Esse possono e devono essere disinnescate con tre concetti che andrebbero a svalutare la loro influenza in negativo: libertà, creatività e valorizzazione.

10 i passi da lei illustrati per realizzare il processo riformativo, per “progettare insieme”:

  1. capire l’equilibrio tra competenze e linguaggi diversi;
  2. capire che la scuola così com’è non basta più;
  3. desiderare;
  4. vedere esempi;
  5. confrontarsi sul campo;
  6. workshop;
  7. modellizzare;
  8. astrarre e schematizzare con gli architetti;
  9. inquadrare una visione;
  10. sperimentare e adattare le idee.

L’architetto Galletti ha completato il discorso illustrando i lavori effettuati nel corso del workshop e la loro effettiva applicazione in un “paesaggio didattico aperto” attraverso:

  • bar;
  • zone di studio informale nel chiostro della scuola per creare un’aula visibile, con l’ausilio di angoli relax e arredi morbidi nei vari angoli, come quelli allestiti di fianco alle vetrate;
  • biblioteca aperta;
  • soggiorno inclusivo (ancora in corso di allestimento), quasi come fosse uno spazio domestico dove rilassarsi;
  • laboratori dove vedere il verde all’esterno, con spazi tecnologici, spazi per lavorare in gruppo, zone di confronto informale e zone espositive per mostrare i lavori dei ragazzi;
  • le aule sono state dotate di una cattedra più grande che possa accogliere altre sedute volte al confronto studenti-insegnanti e banchi ordinati a isole in modo tale da tenere attività di tipo laboratoriale.

Lo scopo è costruire un percorso di formazione improntato sulla ricerca che spinga a chiedersi dove, come e perché si vuole dare una certa impostazione al lavoro scolastico, a fare un salto nel vuoto e costringersi a mettersi in discussione, a trovare compromessi adatti a tutti.

Dopo l’intervento conclusivo del Sindaco Valvano, il quale ha confermato il suo sostegno per lo sviluppo di questo progetto, l’incontro si è concluso con l’idea che una nuova, esaltante avventura stia prendendo corpo tra i banchi del Gasparrini e che tutti gli attori coinvolti siano entusiasti ed esaltati all’idea di sperimentare e mettersi in gioco.

Di seguito alcune foto degli interventi.