Riceviamo e pubblichiamo una nota della FIM CISL Basilicata:
“A seguito dell’incontro svoltosi ieri presso Confindustria, è emersa una situazione ancora più allarmante per l’azienda PMC di Melfi e per i suoi lavoratori.
Nelle assemblee tenutesi oggi all’interno dello stabilimento, i lavoratori – sempre più esasperati – hanno invocato l’avvio dello sciopero.
La FIM CISL ha pertanto proclamato uno sciopero a partire dalle ore 6:00 di domani, 10 luglio 2025.
All’inizio della vertenza vi era ancora un margine di speranza: era stata infatti lasciata aperta la possibilità, per chi lo ritenesse opportuno, di aderire alle uscite incentivate previste per 50 lavoratori.
A peggiorare ulteriormente il quadro occupazionale è stata poi la decisione, assunta di recente, di licenziare i lavoratori in somministrazione senza alcuna forma di tutela o copertura.
Ad oggi, la forza lavoro è scesa a 94 unità.
Tuttavia, l’incontro di ieri ha restituito una realtà ancora più drammatica: permane un esubero di 70 lavoratori, e non esistono né garanzie occupazionali, né un piano di rilancio produttivo, né tantomeno nuove commesse da parte di Stellantis.
Durante la riunione, non si è registrata alcuna apertura da parte dell’azienda nel cercare soluzioni occupazionali alternative, nemmeno valutando il possibile impiego dei lavoratori nelle aziende del gruppo Proma e MA – realtà strettamente connesse alla PMC, in quanto appartenenti allo stesso assetto proprietario.
Per questi motivi – e di fronte alla totale assenza di prospettive concrete – lo sciopero nello stabilimento PMC di San Nicola di Melfi prenderà il via domani.
Lo sciopero rappresenta un segnale forte, un grido d’allarme prima che sia troppo tardi, soprattutto in vista della scadenza della cassa integrazione (CDS), prevista per il prossimo 30 ottobre.
La FIM CISL continuerà a battersi affinché venga garantito un futuro dignitoso a tutti i lavoratori coinvolti.
Scioperare non è mai una scelta facile.
Chi sciopera rinuncia a una parte del proprio salario, si espone, si assume un rischio.
Ma lo fa con dignità, perché sa che difendere il lavoro oggi significa provare a salvare il futuro dell’azienda, dei colleghi e delle proprie famiglie”.