Legge Sbarra: “Punto di svolta per la Basilicata per far pesare la voce dei lavoratori”. La dichiarazione

“Con l’approvazione della Legge Sbarra sulla partecipazione si apre un capitolo del tutto nuovo per le relazioni industriali nel nostro paese.

Abbiamo condotto per anni una battaglia solitaria che ritenevamo giusta, e oggi raccogliamo un risultato storico”.

Così il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo commenta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge che riconosce il diritto dei lavoratori a partecipare attivamente alla vita delle imprese.

Una legge che secondo il segretario della Cisl lucana rappresenta la tappa iniziale di un percorso di forte innovazione, non solo nel sistema delle relazioni industriali, ma anche nei rapporti con le istituzioni:

“Con la legge sulla partecipazione  abbiamo aperto una strada nuova per governare le grandi trasformazioni del lavoro contemporaneo nella consapevolezza che non si possono affrontare sfide radicali come le transizioni ecologiche e tecnologiche con strumenti vecchi di un secolo.

Servono nuovi diritti e nuove tutele nell’economia digitale del XXI secolo.

E per farlo serve un grande patto sociale che regoli le relazioni tra capitale, lavoro e istituzioni.

In una regione come la nostra, dove spesso le scelte strategiche si decidono lontano, la partecipazione  significa ridare protagonismo ai territori, promuovere responsabilità condivisa e costruire un’economia più inclusiva e sostenibile.

La Legge Sbarra è un punto di svolta: da ora, parlare di partecipazione non sarà più un atto di volontà, ma un diritto normato per far pesare la voce delle lavoratrici e dei lavoratori nelle scelte strategiche delle imprese.

Questo significa avere uno strumento in più per evitare delocalizzazioni selvagge e per rivendicare migliori condizioni di lavoro e di sicurezza”.

Cavallo sottolinea anche l’urgenza di rilanciare la contrattazione, soprattutto quella territoriale e aziendale:

“La Basilicata vive una realtà duale: da una parte esperienze avanzate, come nelle filiere automotive, o il e agroalimentare; dall’altra, comparti ancora deboli e frammentati.

Dobbiamo estendere la contrattazione a tutti i settori e farla diventare uno strumento di coesione e sviluppo locale.

I temi sono legittimi, ma lo strumento è sbagliato perché i referendum dividono e semplificano troppo problemi che per loro natura sono complessi, col rischio di peggiorare le condizioni di lavoro.

Noi invece vogliamo unire e costruire.

Con la Legge Sbarra abbiamo dimostrato che si possono ottenere risultati storici senza scontri ideologici, ma con responsabilità, dialogo e visione.

Con questo stesso metodo vogliamo costruire un nuovo statuto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del XXI secolo.

Abbiamo aperto una nuova strada e intendiamo percorrerla insieme a chi pensa che bisogna orientare la marcia verso il futuro, non verso un passato che non torna”.