Lavoratori Parco Appennino Lucano: “Niente smart working, a rischio la salute”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di FP CGIL, CISL FP, UIL PA:

“Mentre i dati relativi ai contagi schizzano su valori elevati e il Governo si appresta ad adottare misure sempre più stringenti per il contrasto alla diffusione del virus Covid 19, alcuni uffici non curandosi delle disposizioni normative impartite dal Ministero della Pubblica Amministrazione e dei pericoli ormai evidenti a cui sono esposti i lavoratori, revocano le autorizzazioni al lavoro agile e impongono a tutti il rientro in presenza.

È il caso del Parco Appennino Lucano, dove il commissario pro tempore con una e-mail ha chiesto ai lavoratori di rientrare tutti in presenza da lunedì 26 ottobre.

Le organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL PA sono intervenute per far recedere dalla irrazionale decisione il commissario, diffidandolo dal revocare le autorizzazioni al lavoro agile, ma lo stesso non transige e da lunedì tutti i lavoratori del Parco rientreranno in servizio.

Oltre a non tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori di cui ne è il diretto responsabile, quale datore di lavoro, il commissario mette a rischio tutte le famiglie e varie comunità considerando che il personale proviene dai comuni limitrofi, alcuni dei quali con un cospicuo numero di contagi.

Difficile la vita dei lavoratori del Parco, un posto incantevole tra le verdi colline lucane istituito nel 2007 con forte ritardo rispetto ai tempi previsti, molte volte sulle prime pagine dei giornali per indagini e controlli della Corte dei Conti, già al terzo commissario.

I lavoratori, ancora privi dei fondi accessori per problemi contabili e di un direttore, adesso dovranno rientrare in presenza per un’ingiustificata e illogica decisione.

Al Commissario pro tempore chiediamo di ripensarci, al Ministero dell’Ambiente di vigilare su questa sfortunata struttura e di dotarla di una governance che possa garantire ai lavoratori un’organizzazione del lavoro e una gestione che consenta il riconoscimento di tutti i diritti, in primis quelli che riguardano la tutela della salute e della sicurezza del personale e delle comunità a cui appartengono”.