Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Ciro Fanelli, Vescovo di Melfi – Rapolla – Venosa:
“Carissimi,
1.quest’anno, mentre ci prepariamo a celebrare la solennità dell’Assunta – facendo eco all’appello di Papa Leone XIV e della Chiesa italiana – sento nell’animo il dovere morale di raggiungervi con questo messaggio per chiedervi una corale preghiera per la pace e un forte impegno civico, affinché non si lasci nulla di intentato per porre fine alla tragedia della guerra che sta colpendo in particolare il cuore dell’Europa e il Medio Oriente.
Il nostro cuore credente – illuminato dalla luce della fede in Cristo, re della Pace – non può non rivolgersi all’Altissimo con la forza della preghiera affinché cessi quanto prima l’orrore della guerra in ogni parte della terra e i popoli possano convivere nella pace, nella libertà e nella giustizia.
Noi cristiani, infatti, siamo fermamente convinti che, come affermava san Giovanni Crisostomo, «l’uomo che prega ha le mani sul timone della storia».
Con questa certezza nel cuore chiediamo nella preghiera il dono di una pace che sia, come ci ha detto Papa Leone XIV, «disarmata e disarmante».
2.La necessità della preghiera per la pace nel mondo, per noi cristiani, si fa più urgente in questo giorno solenne nel quale onoriamo Maria Santissima, assunta in cielo in anima e corpo, segno di sicura speranza per l’intera umanità.
Contemplando la Vergine di Nazareth, vittoriosa sul peccato e sulla morte, sentiamo innanzitutto il dovere morale di uscire da ogni possibile forma di indifferenza con la quale possiamo rapportarci alle tragiche e drammatiche notizie che ci provengono dai luoghi martoriati da una guerra ingiusta e ingiustificata.
Papa Leone XIV ha ricordato di recente che «il Signore, infatti, ci invia al mondo a portare il suo stesso dono: “La pace sia con voi!”, e a diventarne artigiani nei luoghi della vita quotidiana. (…) Deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione.
L’apostolo Paolo ci esorta così: ‘Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti’ (Rm 12,18); è un invito che affida a ciascuno una porzione concreta di responsabilità».
3.Pensando in particolare all’Ucraina e a Gaza, il dolore e la preoccupazione ci spingono a stare dalla parte di quanti soffrono ingiustamente per gli orrori della guerra e di tutti coloro chiedono il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi.
Il nostro tempo sta vivendo una grave crisi umanitaria, soprattutto in quei luoghi dove la guerra schiaccia la popolazione civile: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili.
Tutti abbiamo il dovere di far giungere ai capi delle nazioni il grido delle popolazioni, che soffrono a causa di questi disumani conflitti, affinché cessino queste guerre fratricide e le nazioni coinvolte si incammino sinceramente sulla via del dialogo.
La logica del conflitto, purtroppo, sta distruggendo ogni principio del diritto internazionale e sta calpestando la dignità delle persone, soprattutto dei più fragili.
Questa tragica prospettiva ha un solo obiettivo condurre a stravincere su tutti, a non voler cedere in nulla, a non accettare nessuna di quelle soluzioni che hanno come unico obiettivo il bene complessivo.
Molto spesso queste logiche perverse si presentano anche con ragionamenti geopolitici apparentemente rispettabili, ma che in realtà mostrano soltanto sete di sangue umano e volontà di asservire gli altri.
Questi ragionamenti accecano le coscienze, boicottano la pace e fanno incamminare l’umanità verso il baratro dell’autodistruzione.
4.Non si difendono i diritti di un popolo quando vengono annullati i più elementari principi umanitari, ma si mostra semplicemente che a muovere le decisioni è la vendetta e la ritorsione!
La Parola di Dio ce lo ricorda con chiarezza che chi è schiavo di queste logiche diventa cieco riguardo al volto umano dell’altro. Le atroci violenze che si perpetuano oggi in Ucraina e Gaza, e in tante altre parti del mondo, sono il segno che c’è una spudorata adorazione dell’idolo del potere.
Chi ha fiducia solo nella violenza e nel potere prima o poi tende ad eliminare e distruggere l’altro, non accorgendosi che alla fine giunge a distruggere anche se stesso.
Già san Paolo ammoniva: “Non vi fate illusioni: non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Lettera ai Galati 5,15 e 6,7).
5.Siamo nel vortice di una crisi di umanità che intacca il vincolo di solidarietà fra tutto quanto ha un volto umano.
Oggi è l’idea stessa di uomo, di umanità, che viene offesa; è il volto stesso di Dio che viene deturpato nell’immagine sfigurata e ferita dell’uomo: bambini, donne, anziani, persone vulnerabili!
Ma proprio da questa situazione, dalla presa di coscienza di trovarsi in un tragico vicolo cieco di violenza – a cui più volte hanno fatto riferimento sia Papa Francesco che Papa Leone XIV – può scaturire un grande e corale grido di allarme, più forte di ogni logica sacrilega che vede, paradossalmente, la violenza come la via per garantire la pace.
È un grido che si traduce concretamente nel proclamare che non vi sono alternative al dialogo: se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la pace e credere nella forza del dialogo!
6.Questo grido dell’umanità sofferente, precede ogni dichiarazione pubblica, per quanto necessaria e accorata. Di alternativo alla pace oggi vi è solo la violenza, comunque espressa.
Soprattutto in questo momento in cui sembrano prevalere il male e il terrore, la sola alternativa è il dialogo come una necessità ineludibile.
Per questo i leader di tutte le parti tra loro contrastanti debbono ritrovare le ragioni del diritto e costruire senza esitazioni ponti di pace.
Anche le nostre comunità e le nostre istituzioni locali devono avvertire forte il dovere di non tacere e di esprimere nelle forme consentire la ferma condanna di ogni guerra, riconoscendo a tutti i popoli il diritto a vivere nella pace e nella libertà nella propria terra.
La Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa esprime, anche visibilmente ponendo sul casa episcopale accanto ai tradizionali drappi le bandiere della pace – la più ferma condanna ad ogni violazione del diritto internazionale umanitario, che diventa sempre preludio di mali più gravi: crimini contro l’umanità, genocidio, pulizia etnica ecc…
Come credenti in Cristo Gesù, unico salvatore del mondo ieri oggi e sempre, noi affermiamo la piena solidarietà a tutte le vittime di questi conflitti.
Siamo infatti fermamente convinti che “dare voce al dolore altrui – come affermava il cardinale C. M. Martini – è premessa di ogni futura politica di pace”.
7.La Vergine Santa, regina della pace, interceda per il mondo intero.
Al suo Cuore Immacolato vogliamo rivolgerci con le parole di Papa Francesco raccogliendo le preghiere di tutti: «Ricorriamo a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci.
Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?”.
Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo.
Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto»”.