Il Decreto Superbonus è legge, l’agevolazione scende al 70%: ecco cosa cambia

È arrivato il via libera definitivo dall’Aula del Senato al decreto Superbonus con 81 voti favorevoli, 48 contrari e 4 astenuti.

Il decreto, approvato a fine anno dal consiglio dei ministri, salva i lavori con il 110% certificati entro il 31 dicembre scorso e prevede tra l’altro, come fa sapere Skytg24, un aiuto per i redditi bassi e un limite agli interventi con il bonus barriere architettoniche per evitarne l’uso improprio.

L’agevolazione al 110% rimane solo per chi ha optato per sconto in fattura o cessione del credito sui lavori certificati entro dicembre 2023.

Per tutti gli altri lavori dal primo gennaio la detrazione passa al 70%.

Il decreto prevede una maggiore tutela per consentire la conclusione dei lavori ai cittadini meno abbienti: possono chiudere i cantieri con il 110% se hanno raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023 con uno specifico contributo se hanno redditi inferiori a 15mila euro.

Il contributo sarà disponibile per le spese sostenute dall’1 gennaio al 31 ottobre 2024. Per chi non riuscisse a finire i lavori necessari per l’agevolazione al 110% entro la fine del 2023, la legge prevede una sanatoria: non sarà necessario restituire le somme già erogate.

Il testo inoltre limita ulteriormente le deroghe al divieto di cessione del credito nelle ipotesi di demolizione e ricostruzione di edifici.

Previsto l’obbligo di assicurazione contro il rischio sismico per i contribuenti che abbiano usufruito del Superbonus per interventi nei Comuni colpiti da eventi sismici verificatisi dall’1 aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza.

Fissati anche nuovi limiti per usufruire del bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Fino al 2025 viene riconosciuta una detrazione Irpef del 75% sulle spese sostenute per la rimozione di ostacoli alla mobilità negli edifici, anche in assenza di disabili.

Le spese ammesse sono solo per gli interventi su scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Esclusi quindi, ad esempio, infissi e lavori sui servizi igienici.

Nel frattempo è arrivata la notizia che ci saranno 20 giorni di tempo in più per cittadini e imprese che stanno usufruendo degli incentivi in edilizia per inviare le comunicazioni relative allo sconto in fattura e alla cessione del credito in merito ai costi sostenuti nel 2023.

Si va, infatti, verso lo slittamento del termine del 16 marzo, attraverso un provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.

Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio, dopo aver ricevuto “conferme” dal ministro e dal viceministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo in merito alle “richieste della nostra categoria” di rinviare la scadenza che, “presumibilmente”, sarà fissata nella giornata del “4 aprile” prossimo.

I professionisti chiedevano da settimane “un’adeguata proroga” per la trasmissione dei dati relativi alle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni di edifici residenziali, ai fini della elaborazione della dichiarazione precompilata, per agevolare una platea “innumerevole” composta da colleghi, aziende assistite e amministratori di condominio, anche in considerazione dei tempi “con cui è stato messo a disposizione il software” per effettuare l’adempimento.