Fusione Fca-Psa: via libera alla nascita del quarto costruttore automobilistico al mondo! I dettagli

Via libera alle “nozze tra le due case automobilistiche” Fiat Chrysler e Peugeot: operazione che creerà Stellantis, quarto costruttore automobilistico al mondo con 8,7 milioni di auto vendute, 400.000 dipendenti e oltre 180 miliardi di euro di fatturato.

E’ prevista, infatti, oggi 4 Gennaio 2021 l’incontro tra gli azionisti di entrambe le società, in cui saranno invitati ad approvare la fusione.

Ecco quanto riporta “Il Sole 24 ore”:

“Le assemblee straordinarie degli azionisti dei due gruppi, che si terranno in streaming a causa del Covid-19, rappresentano l’ultimo passaggio, dopo l’ok dell’Antitrust europeo, nel processo di integrazione iniziato lo scorso 31 ottobre 2019.

Al sigillo dei soci seguirà poi il closing vero e proprio, che si terrà nelle prossime settimane e rappresenta una delle formalità necessarie per procedere poi alla quotazione di Stellantis alle Borse di Parigi, Milano e New York.

Gli step prima dell’ufficializzazione

L’impressione è che l’intero iter si completerà in tempi stretti con l’ufficializzazione della fusione attesa entro gennaio.

E prima che si completi, sarà necessario procedere con quei passaggi finanziari strumentali all’aggregazione e parte del grande accordo.

Primo fra tutti, la distribuzione delle cedole previste per riequilibrare i pesi dei due gruppi e realizzare così una fusione alla pari.

Il piano di fusione al vaglio dei soci è quello rivisto negli scorsi mesi a seguito della pandemia e ridimensiona le cedole inizialmente assegnate agli azionisti dei due gruppi nel progetto originario di fine 2019.

Nel dettaglio nella prima versione dell’accordo era prevista una netta divisione tra le cedole garantite ai soci Fca e quelle per il blocco degli azionisti transalpini.

Il matrimonio generava a regime per Fca un dividendo straordinario di 5,5 miliardi.

Per i soci francesi, invece, la cedola straordinaria era rappresentata dalle azioni della controllata di componentistica di Psa, Faurecia, di cui il 46% è detenuto da Psa e il cui valore è pari a 2,7 miliardi.

La nuova intesa resa nota al mercato dopo l’estate ha abbassato entrambi i valori, cash e carta.

Per Fca il dividendo è sceso a 2,9 miliardi a cui va a sommarsi una distribuzione di carta Faurecia di 1,349 miliardi, equivalente al 23%.

Il fronte transalpino ha un taglio più o meno della stessa entità.

Agli azionisti di Psa sarà infatti distribuita carta Faurecia per 1,350 miliardi, rispetto ai 2,7 miliardi previsti inizialmente.

In compenso in Stellantis la liquidità aumenterà di 2,7 miliardi rispetto al primo schema.

Le prossime settimane, in concomitanza al closing, si procederà così alla distribuzione dei dividendi attesi, 2,9 miliardi di cassa per i soci di Fca, a cui poi sommare la carta Faurecia.

Non è chiara la tempistica per l’assegnazione dei titoli Faurecia, ma già il 4 gennaio alle assemblee dei due gruppi il quadro sarà più dettagliato.

Come debutterà Stellantis

Dopo questi passaggi finanziari e le formalità legate al closing farà il suo ingresso nello scacchiere internazionale dell’auto Stellantis, che ha già il suo logo e manterrà tutti i 15 brand attuali delle due società.

La sede, come annunciato, sarà in Olanda e il vertice sarà rappresentato da John Elkann nel ruolo di presidente, mentre la guida sarà affidata al ceo di Psa, Carlos Tavares.

Completa la squadra l’amministratore delegato di Fca, Mike Manley, a cui saranno affidate le attività delle Americhe di Stellantis.

Nuovo piano industriale entro l’estate

Toccherà a Tavares preparare in pochi mesi – probabilmente prima dell’estate – il nuovo piano industriale con le mission produttive degli stabilimenti, le piattaforme e i modelli.

L’integrazione porterà sinergie pari a 5 miliardi di euro all’anno, ma le due società hanno più volte ribadito che non avranno ripercussioni sulle fabbriche del gruppo e sull’occupazione.

Primo azionista di Stellantis sarà Exor con il 14,4%, seguito dalla famiglia Peugeot che avrà il 7,2%.

Alle spalle lo Stato francese che deterrà il 6,2% e i cinesi di Dongfeng con il 5,6%.

Un assetto che potrebbe modificarsi alla luce degli accordi tra gli azionisti, in particolare per le quote detenute da Dongfeng e dal Governo francese.

Tra le novità ci sarà l’ingresso nel board di rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori”.