“Ferdinando aveva 35 anni, era tornato nella sua Basilicata, nel suo paese d’origine, Pignola, dopo un’esperienza lavorativa all’estero. Lascia una moglie e due figli”.
Ferdinando è rimasto gravemente ferito lunedì scorso, durante un incidente sul lavoro a Tito Scalo, dove lavorava.
Ha riportato traumi gravissimi e dopo giorni di agonia, non ce l’ha fatta.
Sottolinea Gerardo Evangelista, segretario della FIM CISL:
“La sua morte rappresenta l’ennesima sconfitta per la società e per tutti coloro che hanno a cuore il mondo del lavoro.
Ferdinando, come tante altre vittime sul lavoro, è il termometro di un sistema che va profondamente ripensato.
Non possiamo continuare a contare feriti, invalidi e morti come se fossero numeri.
Servono soluzioni nuove, efficaci, basate su prevenzione reale, formazione, investimenti mirati e anche tecnologie come l’intelligenza artificiale.
Non è ammissibile morire sul lavoro, soprattutto in una terra come la nostra dove il lavoro manca”.
Sulle cause dell’incidente è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Potenza per fare piena luce sulla dinamica.
Conclude Evangelista:
“Ma la responsabilità morale è di tutti noi.
Perché in questi casi non basta individuare una causa o un colpevole: se non cambiamo radicalmente il modo in cui affrontiamo il tema della sicurezza sul lavoro, continueremo a piangere tragedie che si potevano e si dovevano evitare”.