Feder.agri Vulture: “Le nostre analisi sul grano duro fanno strada, ora servono risposte”

“Se anche le grandi organizzazioni agricole rilanciano i nostri contenuti, significa che abbiamo toccato il cuore del problema.

Ora però serve che quei principi arrivino nelle sedi istituzionali, dal Parlamento a Bruxelles, perché lì si decide davvero il futuro del grano duro italiano”.

Così Rocco Marinaccio, Direttore di feder.agri Vulture, commenta la diffusione in Basilicata di comunicati e post da parte delle maggiori organizzazioni professionali agricole poche ore dopo la pubblicazione del suo dossier.

Il documento, realizzato con il contributo del Commissario Teodoro Palermo, evidenzia rese basse, costi crescenti e perdite strutturali, aggravate da un prezzo reale del grano duro “buono mercantile” fermo oggi a circa 27 €/q in Puglia e Basilicata, insufficiente a coprire i costi di produzione.

“La cerealicoltura non può più sopravvivere con incentivi illusori – aggiunge Marinaccio – servono contratti di filiera legati ai costi reali e strumenti efficaci di trasparenza”.

“Il vero punto – sottolinea Palermo – non è chi ha sollevato per primo il problema, ma se questi principi verranno difesi con forza nelle sedi politiche ed europee. Solo così si potrà ridare dignità economica a chi lavora la terra”.

Feder.agri Vulture ribadisce tre priorità: prezzi agricoli commisurati ai costi di produzione, contratti equi di filiera e strumenti di mercato contro le pratiche sleali.

“È tempo che le proposte degli agricoltori diventino patrimonio comune delle politiche agricole italiane ed europee” – conclude Marinaccio.