Fca Melfi, incontro sulla richiesta di cassa integrazione: “al primo posto deve esserci la salvaguardia della salute dei lavoratori”

Si è da poco concluso l’incontro in video conferenza tra Fca, i sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM E Aqcf e una delegazione della Rsa dello stabilimento di Melfi.

L’azienda – informano i sindacati – ha concordato con le organizzazioni sindacali di attivare un periodo di cassa integrazione ordinaria fino al 13 maggio per un totale di 9 settimane, con causale “Covid-19” come previsto dal decreto legge “Cura Italia”.

Al momento resta confermato solo lo stop fino al 29 marzo.

Entro tale data le parti torneranno ad incontrarsi per valutare le ulteriori decisioni da assumere.

Spiegano i sindacati:

“La richiesta di cassa integrazione è motivata dall’emergenza sanitaria in corso e dagli effetti della drastica riduzione della domanda dai mercati globali che ad oggi preclude ogni tipo di previsione; contestualmente al ricorso all’ammortizzatore sociale è importante che continui il lavoro per la messa in sicurezza dello stabilimento, in linea con quanto stabilito nel protocollo nazionale sulla sicurezza dei lavoratori siglato il 14 marzo scorso.

Nel corso dell’incontro abbiamo ribadito che in questa fase al primo posto deve esserci la salvaguardia della salute dei lavoratori, ma abbiamo anche ribadito la necessità di mettere in campo ogni azione utile affinché, nelle prossime settimane, si possa ripartire nel quadro dell’accordo nazionale Fca siglato il 18 marzo.

La gravità della situazione impone delle riflessioni rispetto alla tenuta sociale del paese: bloccare il contagio in questa fase è l’unica priorità.

Le fabbriche possono diventare facilmente luoghi di diffusione del virus, sono quindi necessarie scelte chiare accompagnate da necessari e ulteriori provvedimenti del governo atti a consentire la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori, del loro salario e dei livelli occupazionali italiani fino alla fine dell’emergenza.

In tal senso sul modello di quanto fatto in altre aree del paese, chiediamo all’azienda di mettere a disposizione il suo know how, la sua tecnologia e le sue scorte di magazzino per supportare il sistema sanitario lucano, impegnato in queste ore a fronteggiare con pochi mezzi una difficile emergenza sanitaria”.