FCA e PSA al lavoro sul patto di fusione. Ecco le ultime novità

Delineato il percorso che porterà, nel giro di un anno, alla creazione del quarto gruppo mondiale nel settore auto.

Secondo quanto raccolto dal Sole 24 Ore:

“tra Torino e Parigi, il tema sarebbe stato posto solo informalmente, ma se ne parla. Tempi e contenuti sono ancora tutti da definire, ma l’idea di massima su cui si starebbe ragionando è quella di un accordo ‘leggero’ tra le due famiglie azioniste, la Exor degli Agnelli e la dinastia Peugeot, capace di blindare gli assetti della nuova casa automobilistica che nascerà dalla fusione dei due gruppi.

Gli equilibri azionari del gruppo Fca-Psa, del resto, sono ancora in fase di costruzione e al momento sono stati delineati solo dei ‘tetti’ massimi di possesso azionario per gli azionisti francesi, con un vincolo esteso a tutti i soci e garantito dallo statuto del non superamento del 30% del capitale da parte di un solo azionista.

Gli equilibri
Il memorandum di intesa tra Fca e Psa, firmato nella mattinata del 18 dicembre, fornisce qualche dettaglio che aiuta a ricostruire la geografia dell’azionariato futuro.

Al momento nel gruppo Fca il primo socio è rappresentato da Exor con una quota del 28,9%. Psa, dal canto suo, vede tre azionisti: la famiglia Peugeot, lo Stato Francese (Bpifrance) e il socio cinese Dongfeng al 12% ciascuno.

In teoria nel nuovo aggregato, post fusione dei due gruppi e alla luce di una aggregazione alla pari, l’assetto vedrebbe la holding della famiglia Agnelli al 14%, e la famiglia Peugeot, Bpifrance e Dongfeng al 6% ciascuno. Nel nuovo accordo gli equilibri sono stati leggermente spostati.

Ci sono infatti due nuove previsioni che «aggiustano» i pesi nell’azionariato.

È stabilito, in primo luogo, la discesa del socio cinese che venderà una parte dei titoli in suo possesso nella nuova entità, l’1,5%, al Gruppo Psa, con contestuale annullamento delle azioni. Dongfeng, dunque, scenderà non al 6% ma al 4,5%. L’acquirente, però, è stato già individuato ed è proprio il gruppo transalpino guidato da Carlos Tavares. Inoltre il memorandum aggiunge un passaggio finora non contemplato nelle linee guida comunicate alla fine dello scorso ottobre.

Stabilisce, infatti, che il Governo francese riduca la propria presenza nel nuovo aggregato vendendo il 2,5% di Fca-Psa post fusione. Dunque non è soggetta per questa quota al vincolo di lock up. Il peso dello Stato, così, si appresta a passare dal 6% preventivato al 3,5% in tempi brevi.

Quel pacchetto rotondo del nuovo colosso dell’auto finirà alla famiglia Peugeot nell’ambito di quel rafforzamento all’8,5% già previsto proprio perché la dinastia transalpina può salire solo acquistando dal socio cinese (che però venderà al gruppo Psa), dal Governo o sul mercato.

In questo modo il fronte francese viene potenzialmente ridimensionato al 12%, dunque alle spalle di Exor che resta in cima alla lista degli azionisti con il 14 per cento.

In questo quadro un accordo tra Exor e la famiglia Peugeot blinderebbe il 22,5% del colosso dell’auto. Un peso che, se la quota dovesse essere mantenuta per tre anni, sarebbe quasi il doppio in termini di diritti di voto.

Modello Ferrari per Fca-Psa
John Elkann, numero uno di Exor e in prospettiva presidente della nuova Fca-Psa, aveva già aperto nei mesi scorsi all’opzione del patto con il socio francese. Exor, aveva dichiarato in occasione dell’investor day della holding, sarà il primo azionista del nuovo colosso con una quota intorno al 14%, e l’intenzione è quella di svolgere, come già fatto in passato, il ruolo di azionista di riferimento del gruppo, anche in termini di governance.

Nella nuova società, con la famiglia Peugeot «daremo il massimo di stabilità e incoraggiamento» con la convinzione «che queste società (Fca e Psa) insieme possano realizzare il loro potenziale», aveva dichiarato.

In proposito il rappresentante della dinastia torinese ha citato il modello Ferrari dove l’alleanza tra gli Agnelli e i discendenti del fondatore della casa di Maranello da anni garantiscono il pieno controllo della Rossa attraverso un patto di consultazione. John Elkann non ha escluso la possibilità di adottare una forma analoga anche nella futura Fca-Psa.

Le modalità non sono state ancora oggetto di discussione, ma l’obiettivo delle due famiglie è già delineato: garantire stabilità. Exor ribadisce dunque la strategicità della storica partecipazione nell’auto”.