Crob di Rionero, il Vescovo Fanelli: “un presidio irrinunciabile per il Vulture, per l’intera Basilicata e non solo”

Il Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa Ciro Fanelli, è intervenuto a difesa del Crob di Rionero:

“L’incertezza che circonda l’IRCCS CROB di Rionero in Vulture preoccupa tutti i cittadini del nostro territorio.

Diceva un grande amministratore e un cristiano esemplare, il “sindaco santo” di Firenze Giorgio La Pira, che “in una città un posto ci deve essere per tutti: un posto per pregare (la chiesa), un posto per amare (la casa), un posto per lavorare (l’officina), un posto per imparare (la scuola), un posto per guarire (l’ospedale)”.

Come Vescovo sento il dovere di farmi portavoce delle donne e degli uomini di questa nostra comunità, che considerano il CROB un presidio irrinunciabile per il Vulture, per l’intera Basilicata e non solo, dato che ogni anno il livello di eccellenza delle cure erogate attira un numero importante di pazienti anche dal resto d’Italia.

Ogni legittima valutazione sulle criticità, sulle scelte di gestione amministrativa e del personale, sull’ottimizzazione della spesa sanitaria non può e non deve minimamente intaccare il diritto alla salute dei cittadini, un bene pubblico indiscutibile che va non solo difeso ma coltivato e promosso sempre di più.

E questo obiettivo non può che coincidere con il rilancio dell’unico Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico presente in Basilicata, peraltro pubblico, un centro che negli anni ha raggiunto traguardi importanti nel campo della ricerca e dell’assistenza e che oggi costituisce un patrimonio di competenze e professionalità unico nel sistema sanitario regionale, con una forte integrazione con gli altri IRCCS oncologici del Mezzogiorno.

Mi appello alle istituzioni politiche e sanitarie della Regione Basilicata e al nuovo Ministro della Salute, che conosce bene le difficoltà e le ricchezze di un territorio che è anche il suo.

Spero fortemente che tutti sapranno fare squadra per risolvere i problemi del CROB avendo a cuore innanzitutto il bene delle famiglie, dei pazienti e dei lavoratori.

Di certo la Chiesa diocesana di MelfiRapolla-Venosa continuerà a prestare la sua voce alla propria gente e farà la sua parte per favorire il dialogo alla ricerca di soluzioni possibili e concrete”.