Crisi ex Auchan di Melfi, oltre 130 famiglie coinvolte: “provvedimenti e azioni concrete per la nostra gente”. Ecco la richiesta

“Urge l’istituzione di un tavolo di crisi regionale”.

Sulla questione della piattaforma logistica dell’Auchan di Melfi il primo cittadino, Livio Valvano,  in una nota indirizzata all’Assessore regionale alle attività produttive, Francesco Cupparo, esprime “sentimenti di delusione rispetto all’attività condotta dall’Assessorato sulla crisi aziendale che ha oscurato l’orizzonte di oltre 130 famiglie lucane legate alla piattaforma logistica melfitana”.

Ha proseguito Valvano:

“Mi sarei aspettato l’istituzione di un tavolo regionale per andare oltre il mero puntare il dito sul Ministero per lo Sviluppo Economico nell’attesa di chi sa cosa.

Le politiche industriali e per il lavoro della Regione Basilicata non possono continuare a ridursi alla presentazione di elenchi di disoccupati sottoposti alle Aziende nel momento “della festa”, cioè quando manifestano l’intenzione di incrementare l’occupazione, come abbiamo visto in passato.

Quando l’assessore alle attività produttive si reca a Melfi, quasi di nascosto, non può essere solo per raccogliere, ma deve prioritariamente occuparsi delle criticità.

La solida cultura contadina ci insegna che il momento della raccolta è preceduto da quello della semina, dal lavoro, dalla sofferenza, dal metterci cuore, muscoli e tendini nei momenti più difficili per dissodare e rigenerare il terreno.

E’ proprio questo che è mancato in questi mesi, con particolare riferimento a questa delicata vicenda che coinvolge il destino di centinaia di persone (dipendenti e loro familiari), soggiogati da una sofisticata architettura di scatole cinesi che depotenzia anche la qualità e la consistenza degli ammortizzatori sociali”.

Per Valvano:

“lo strenuo impegno dell’assessorato di recente registrato sulla riforma dei consorzi industriali appare come una occasione perduta.

Per concretizzare una vera discontinuità con il passato tanto vituperato e criticato dall’attuale classe dirigente, a torto o a ragione, mi sarei aspettato di vedere la costruzione di meccanismi e la definizione di strumenti tesi a “rigenerare il tessuto industriale”, per fare azioni di marketing territoriale, per creare nuova economia, per coinvolgere le altre aziende industriali al fine di dare una prospettiva ai lavoratori.

Non è semplice andare a chiedere alle altre aziende industriali, insieme alle organizzazioni sindacali, di farsi carico (anche temporaneamente con strumenti innovativi), per quanto possibile, della sofferenza di chi sta rischiando di perdere il futuro, ma è proprio questo che fa la differenza tra una classe dirigente responsabile e generosa e chi invece interpreta il suo temporaneo ruolo istituzionale come una occasione personale per raggiungere obbiettivi distanti dal bene comune.

La convocazione del Prefetto per il giorno 24, sollecitata dai Sindaci del territorio, rappresenta di per se un segnale di criticità, di incapacità ad affrontare un problema, in quanto attività sostitutiva del lavoro che dovrebbe essere messo in campo da chi ha le leve della politica industriale del territorio regionale.

Mantengo ancora un briciolo di speranza nell’aver erroneamente valutato la vicenda e auspico di poter essere rapidamente smentito nel prendere atto di una volontà regionale di attivare immediatamente un tavolo di crisi che assuma provvedimenti e azioni concrete per la  nostra gente”.