Coronavirus Basilicata: completamente dimenticate le strutture per la riabilitazione dei guariti! Questa la denuncia a Bardi e a Leone

“In questa fase di emergenza Coronavirus tra le tante problematiche aperte quella della riabilitazione dei pazienti guariti, che può avvenire attraverso l’introduzione di percorsi post-covid in modo da garantire il recupero graduale della piena efficienza fisica, continua ad essere profondamente sottovalutata”.

È quanto sostiene Aspat Basilicata sottolineando che:

“la riabilitazione è uno dei temi non meno rilevante degli altri, sebbene l’elevata velocità dei contagi e la sospensione delle prestazioni non urgenti abbiano inizialmente fatto scivolare in secondo piano il recupero dopo la fase acuta della malattia.

Ma ora che molte persone hanno messo alle spalle o si apprestano a superare l’infezione da Sars-CoV-2, è in crescita il numero di quanti hanno necessità di prestazioni riabilitative per recuperare le capacità motorie del soggetto”.

Antonia Losacco, presidente Aspat Basilicata, spiega:

“È questa solo una delle motivazioni che ci vede impegnati come Associazione, fuori dal coro delle altre associazioni della specialistica ambulatoriale, (evidentemente soddisfatte dalle ultime deliberazioni regionali e degli ultimi avvenimenti), a rivendicare la necessità di un tavolo di confronto tra il governo regionale e l’intera specialistica ambulatoriale.

La nostra visione è in un’ottica di sistema, di programmazione, guardando al futuro e auspicando l’apertura di un dialogo costruttivo e leale per evitare un’inutile guerra intestina tra le parti che non gioverebbe a nessuno, per fare fronte comune e superare sia le ripercussioni direttamente connesse al Covid-19, sia quelle che la pandemia ha tanto accentuato.

Nell’ultima seduta del Consiglio Regionale il Presidente Bardi ha avuto parole di ringraziamento nei confronti dei laboratori privati accreditati di Basilicata, per il contributo che stanno dando alla lotta contro il contagio da Covid-19, chiamati e autorizzati a supportare la sanità pubblica attraverso la somministrazione e il processamento dei tamponi.

Pur riconoscendo l’innegabile importanza e senza voler mettere minimamente in discussione l’apporto dei laboratori di analisi privati in questa drammatica lotta alla pandemia, Aspat Basilicata evidenzia che con i Laboratori di analisi andrebbero ringraziati soprattutto le centinaia di cittadini che si rivolgono ogni giorno ai Laboratori e che pagano di tasca propria € 79,00 per ogni tampone.

Con questo vogliamo dire che accanto all’innegabile impegno profuso, i Laboratori sono riusciti comunque a portare a casa un notevole risultato economico.

Accanto ai Laboratori, ci sono altre tipologie di strutture private impegnate nell’erogazione di prestazioni nelle varie branche specialistiche che sono state coinvolte in un lavoro di supporto per smaltire le liste di attesa accumulate dal pubblico, dal primo lockdown in poi.

Solo che i criteri posti alla base dell’attribuzione delle prestazioni aggiuntive al privato segnano una evidente sproporzione tra branche, contenuti nella delibera n 717/2020 di cui Aspat Basilicata ha chiesto il ritiro.

Un provvedimento che impegna ben 2,5 milioni di euro, per prestazioni da erogare in poco più di un mese!
Ci auguriamo che non si riveli una donazione.

Ruolo di fanalino di coda è stato attribuito invece alla branca di Medicina Fisica e Riabilitazione, ambulatori di fisioterapia, che sono stati letteralmente DIMENTICATI, ed è quello che non tolleriamo!

Sin da quando si è insediato il nuovo governo regionale, tante erano le nostre aspettative.

Più volte è stato chiesto un Tavolo per argomentare sinergicamente in merito alle molte criticità della branca di Medicina Fisica e Riabilitazione, un Settore sicuramente da rinnovare e adeguare al Sistema Ministeriale.

Ci rivolgiamo pertanto al Presidente e all’Assessore alla Sanità per esprimere tutta la nostra delusione.

Con spirito di responsabilità cerchiamo di resistere ogni giorno, correndo quel rischio di contagio che è maggiore per quel Settore in cui l’operatore lavora necessariamente a una distanza ravvicinata dal paziente.

È bene ricordarlo a chi lo dimentica o lo sottovaluta: in questo periodo di emergenza sanitaria le strutture di fisioterapia non hanno mai trascurato le persone bisognose di cura, sono sempre state al fianco dei pazienti con i propri operatori; esse inoltre impegnano risorse proprie per i controlli periodici attraverso l’effettuazione dei Tamponi ai propri dipendenti e collaboratori, oltre a interventi di sanificazioni degli ambienti, acquisto DPI ed altro, senza nessuna forma di riconoscimento.

Spese che ciascuna struttura sostiene a fronte di tariffe, si badi bene, ferme al 1996!”.