Cisterna è l’antica Melfi? Una campagna di scavi “per aggiungere un tassello alla nostra storia”

Come già anticipato, Oggi, 24 Maggio, alle ore 18:30, presso la Sala del trono del Castello di Melfi, Nicola Masini (Responsabile sede di Potenza del CNR-IBAM) terrà una conversazione sul tema, dal titolo “Indagini su Torre della Cisterna, l’Antica Melfi?”.

L’evento verrà presentato da Raffaele Nigro, membro del Comitato Nazionale per il Millenario, e introdotto da Cosimo Damiano Fonseca, Presidente Comitato Scientifico per il Millenario, Accademico dei Lincei e già Rettore dell’Università di Basilicata.

L’antico sito di Torre Cisterna era localizato a Nord di Melfi, attestato agli inizi dell’XI secolo e distrutto in tempo medievale a causa di miseria ed epidemie.

Un borgo abbandonato, “congelato” da secoli, con la sua antica storia, sotto uno spesso strato di terra, querce e arbusti.

Ecco il frutto di un lavoro che, sul territorio, l’Archeoclub di Melfi sta portando avanti da circa sedici anni, al quale si è aggiunta, da qualche anno, la collaborazione del CNR:

“Grazie allo studio di fonti e documenti antichi, alle capillari ricerche sul territorio e al lavoro costante del direttivo e di tutti i soci, da sempre sostenitori dell’immenso patrimonio storico-artistico locale, il Consiglio Nazionale di Ricerche (CNR) è stato coinvolto per effettuare una serie di indagini preliminari (telerilevamento tramite impulsi laser, LiDAR), atte a confermare e ad approfondire lo stato del sito, già sede vescovile nonché presidio normanno.

I risultati, pubblicati successivamente in uno studio scientifico internazionale, sono stati sorprendenti e incoraggianti.

In un quadro più ampio di attività, l’Archeoclub ha deciso ora di mettere in atto un’iniziativa concreta e si spera, lungimirante.

Si tratta della richiesta del provvedimento di tutela di tutta l’area, inoltrata alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata.

In questo modo si intende preservarla da un utilizzo improprio che potrebbe compromettere la rilevanza archeologica del sito.

La tutela ha inoltre come fine quello di promuovere una campagna di scavi affinché venga alla luce un pezzo di storia di primaria importanza per l’intero territorio.

È un’impresa corale che permetterà di aggiungere un ulteriore, prezioso tassello alla nostra storia medievale”.