I recenti incidenti stradali causati dai cinghiali e i loro ormai quotidiani avvistamenti all’interno dei centri abitati della Basilicata, fanno riemergere prepotentemente d’attualità il problema, mai scomparso, che ormai interessa non più solo l’agricoltura, ma l’intera cittadinanza.
E’ quanto fa sapere Coldiretti Basilicata che “chiede alla Regione il piano straordinario di gestione degli ungulati”.
Sul territorio lucano la presenza della specie cinghiale è stimata in circa 90 mila capi ed è diventata ” dannosa e pericolosa sia per il comparto agricolo, che per i cittadini che si sentono minacciati nella loro incolumità.”
Ben venga il progetto regionale sulla filiera dei cinghiali, ma è assolutamente irrilevante rispetto alla gravità di quanto sta accadendo in questi mesi.
Spiega la Coldiretti lucana:
“E’ necessario andare oltre perchè si tratta di un vero flagello che sta mettendo in difficoltà economica decine di aziende, compromettendo al contempo il nostro patrimonio agroalimentare regionale oltre che il sistema ambientale”.
L’organizzazione agricola lucana chiede alla Regione Basilicata di:
“applicare subito le misure previste dal decreto interministeriale per l’adozione del Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata.
Nel piano, presentato da troppo tempo da Coldiretti in diversi incontri, ove previsto, ci dovrà essere il coinvolgimento attivo dei proprietari e dei conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette“.


































