Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Reti per la Palestina di Basilicata:
“Il 31 ottobre riprende a L’Aquila il processo alla Resistenza palestinese.
Anan Yaeesh parteciperà in videoconferenza dal carcere di Melfi, dove da più di un mese è stato deportato per allontanarlo dal foro competente e dai suoi legali, nel tentativo di isolarlo dalla solidarietà.
Ma questo tentativo non è riuscito, grazie anche alla lotta che lo stesso Anan ha portato avanti con lo sciopero della fame il 4 ottobre, in solidarietà con le mobilitazioni italiane per la Palestina e in coincidenza con l’enorme manifestazione nazionale a Roma.
Con quello sciopero della fame Anan ha anche portato allo scoperto le regole assurde che vigono nel carcere di Melfi, sollecitando l’attenzione del Garante e di associazioni per la difesa dei diritti dei detenuti.
Nel giro di una settimana si sono attivati, e hanno dato la propria disponibilità a visitarlo in carcere, medici, avvocati, giornalisti, infermieri, attivisti, ed è stato organizzato un primo presidio di solidarietà sotto il carcere di Melfi, che ha concretamente rotto la condizione di isolamento in cui si è cercato di confinare Anan con un trasferimento del tutto arbitrario.
Grazie anche alla rete di solidarietà che immediatamente si è attivata intorno a lui anche a Melfi e in tutta la Basilicata, il carcere ha accolto alcune sue richieste ed Anan ha interrotto lo sciopero della fame venerdì 10.
La lotta paga, e questa prima vittoria ha offerto il trampolino di lancio per numerose altre iniziative, disseminate in tutto il territorio, nell’ambito della campagna “Free Anan” e per la Palestina libera.
La società civile, ancora una volta, si è mobilitata, respingendo la propaganda sionista e le manovre occulte di questo governo, che vorrebbero nascondere la portata di questo movimento e il peso di questo processo e detenzione illegittimi di Anan su tutta la lotta per la causa palestinese in Italia.
Se volevano isolarlo con un trasferimento hanno fallito, la solidarietà al partigiano palestinese Anan Yaeesh è più forte che mai, e il 26 Ottobre saremo ancora sotto il carcere di Melfi a reclamare la sua liberazione, perché la lotta per l’autodeterminazione non è terrorismo.
Il vero terrorismo sono le bombe dell’imperialismo, fornite allo stato genocida di Israele per il profitto di pochi criminali che si credono i padroni del mondo.
Il vero terrorista è lo stato illegale sionista, che trova in questo putrido sistema capitalista la sua legittimazione.
Ma i popoli lo sanno da che parte stare, con la resistenza del popolo palestinese fino alla vittoria.
GIÙ LE MANI DA ANAN, ALI E MANSOUR!”.
Di seguito la locandina con i dettagli.