Con il Decreto Omnibus arrivano molte novità in materia di bonus mamme.
Il decreto posticipa al 2026 l’operatività della decontribuzione a favore delle madri lavoratrici prevista dalla Legge di Bilancio 2025.
Il bonus, come fa sapere quifinanza, è a favore delle lavoratrici con specifici requisiti familiari e reddituali.
Il bonus mamme 2025 consiste in una somma di 40 euro mensili netti, erogata dall’Inps in un’unica soluzione a dicembre 2025, per ogni mese (o parte di mese) di lavoro dipendente o autonomo.
L’importo risulta completamente esente da tassazione fiscale e contributiva e non concorre alla formazione dell’indicatore Isee.
Ma non tutte possono godere del bonus; i soggetti beneficiari sono:
- lavoratrici madri, dipendenti (escluse le domestiche) o autonome (escluse quelle in regime forfettario), con un reddito da lavoro non superiore a 40mila euro su base annua;
- madri con due o più figli fino al compimento dei 10 anni del secondo figlio;
- madri con tre o più figli fino al compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo, a condizione che, per il periodo considerato, il reddito non provenga da un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Queste regole sarebbero dovute essere attive per tutto il 2025, come chiedeva la legge di Bilancio.
Tuttavia, tale esonero sarà operativo dal 31 dicembre 2025 e resterà attivo per tutto il 2026.
Per quest’anno resta valida la decontribuzione integrale introdotta dalla legge di Bilancio 2024 per le madri con 3 o più figli assunte a tempo indeterminato, con esonero del 100% dei contributi IVS fino a un massimo di 3mila euro annui.
Per le madri con due figli, il bonus una tantum ammonta a 40 euro al mese, per ogni mese in cui è attivo il rapporto di lavoro o l’attività di lavoro autonomo.
Per quelle con più di due figli, l’importo resta di 40 euro mensili per ogni mese o frazione di mese di durata del rapporto di lavoro o dell’attività autonoma, escludendo dal calcolo i mesi coperti da un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Questa regola serve a evitare che, con tre o più figli, la stessa lavoratrice possa cumulare sia il bonus una tantum, sia l’esonero contributivo di 3mila euro annui per le assunte con contratto a tempo indeterminato.
Un aspetto comune a entrambe le tipologie di bonus è la decorrenza dei 40 euro mensili per ogni mese lavorato nel 2025, con un massimo di 480 euro totali.
L’Inps viene incaricato della gestione amministrativa con l’utilizzo delle proprie risorse finanziarie, senza ulteriori oneri per lo Stato.
La copertura economica è assicurata dalle previsioni del comma 3.
Essa è di:
- 480 milioni di euro per il 2025;
- 13 milioni di euro per il 2026.
Il tutto, viene coperto sia dal differimento di un anno delle spese previste per tali provvidenze, dall’ultima legge di Bilancio, che da altri provvedimenti, tra cui il Fondo per il sostegno e la povertà e per l’inclusione attiva, dal quale vengono tratti i 13 milioni di euro previsti per l’anno prossimo.