Per sostituire la propria caldaia con un altro sistema di riscaldamento a gas, i bonus statali sono ormai quasi del tutto esauriti.
Le norme europee impediscono ai Paesi membri di finanziare l’acquisto di metodi di riscaldamento delle abitazioni che inquinano l’aria, sia per ragioni ambientali, sia per ragioni di salute pubblica.
In Italia però fa sapere quifinanza sono rimaste ancora alcune possibilità, come l’Ecobonus, il Conto Termico o alcune sovvenzioni degli enti locali, che permettono di acquistare sistemi ibridi o a emissioni ridotte con uno sconto anche significativo.
A partire dal 2026 però, molte di queste si ridurranno.
Per anni il principale bonus per la sostituzione di una caldaia è stato l’Ecobonus.
Questo sconto fiscale, che prevede il risarcimento in 10 anni del 50% del costo del sistema di riscaldamento sostituito, è però sottoposto a diverse condizioni:
- la caldaia deve essere sostituita nell’ambito di una ristrutturazione più ampia della casa;
- dal 2025 non è più disponibile per le caldaie a gas, ma solo per i sistemi ibridi.
Per sistemi ibridi si intende un riscaldamento domestico che combina una caldaia a combustibili fossili, Gpl o metano, con una pompa di calore a elettricità alimentata anche da energie rinnovabili installate in loco, di solito pannelli solari.
A partire dal 2026 inoltre, per via delle limitazioni decise dal governo Meloni, il bonus si ridurrà:
- sugli interventi nelle abitazioni principali, si passa dal 50% al 36% di sconto;
- sugli interventi nelle altre abitazioni, si passa dal 36% al 30% di sconto.
L’altra risorsa principale per ottenere un bonus caldaie è il Conto Termico.
Non si tratta di uno sconto fiscale, come l’Ecobonus, ma di un vero e proprio rimborso, fino al 65% della spesa. I sistemi finanziati da questo bonus sono:
- caldaie ibride;
- solare termico;
- sistemi a biomassa a basse emissioni;
- pompe di calore.
Il Conto Termico è organizzato dalla Gestione dei Servizi Energetici (Gse), con l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica degli edifici italiani.
Vi possono accedere, oltre ai cittadini privati, anche le aziende e le pubbliche amministrazioni, per le quali però esistono regole specifiche.
Il vantaggio del Conto Termico, rispetto ad altri bonus, è che non essendo uno sconto fiscale ma un rimborso, viene erogato in tempi brevi.
Il saldo avviene entro 60 giorni in caso di interventi inferiori ai 15.000 euro di spesa e tra 2 e 5 anni se superano questa cifra.
Alcune Regioni hanno poi stanziato fondi per la sostituzione delle caldaie e degli impianti di riscaldamento inquinanti con pompe di calore o sistemi ibridi.
Ogni ente locale però si è mosso in autonomia, quindi il quadro dei sussidi è variegato:
- la Lombardia ha attivato un bonus fino all’80% per i sistemi a biomassa o a combustibili alternativi, che scade il 15 dicembre 2025;
- l’Emilia Romagna aveva attivato un bonus con requisiti simili all’Ecobonus, ma i fondi si sono esauriti ad agosto;
- in Umbria è stato annunciato un Superbonus Caldaie, ma sarà attivo soltanto dal 2026;
- nella Piana Lucchese, in Toscana, è attivo un bonus per la sostituzione di camini e stufe a legna inquinanti.