Nuove regole per il bollo auto, che dal 2026 verrà versato in un’unica soluzione invece che a rate.
Questa è solo una delle tante misure contenute nel 17° decreto attuativo della riforma fiscale.
Varata dal Consiglio dei ministri, la nuova legge punta a semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione.
Il nuovo sistema, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2026, porterà come fa sapere quifinanza a una rivoluzione nelle modalità di pagamento della tassa automobilistica:
- pagamento annuale unico, con data di scadenza legata alla prima immatricolazione del veicolo;
- abolizione delle attuali scadenze fisse mensili o semestrali.
Il pagamento sarà calcolato a partire dal primo giorno del periodo tributario, superando la vecchia norma che considerava valido il pagamento fino all’ultimo giorno utile.
Per le auto già circolanti prima del 2026, le vecchie scadenze restano valide.
Le Regioni, tuttavia, potranno prevedere il pagamento quadrimestrale per alcune tipologie di veicoli.
Le nuove regole non cambiano il principio generale secondo cui il pagamento del bollo è annuale e va versato entro il termine previsto dalla Regione di residenza.
A partire dal 2026, per i nuovi veicoli, la scadenza sarà calcolata a partire dal mese di immatricolazione.
Con l’obbligo di versare l’importo entro l’ultimo giorno del mese successivo.
Le Regioni continueranno a gestire in piena autonomia tempistiche, aliquote, eventuali sconti o esenzioni.
Ogni contribuente dovrà quindi fare riferimento al proprio ente territoriale per restare aggiornato sulle scadenze e sulle regole applicabili.
Attualmente, la maggior parte delle regole sono le seguenti:
- le auto elettriche sono esentate per 5 anni in molte Regioni (alcune offrono l’esonero permanente);
- le ibride godono di sconti tra 3 e 5 anni;
- i veicoli a metano o GPL possono ottenere riduzioni parziali o totali.
Sarà importante seguire le scelte dei singoli enti territoriali per capire come evolveranno queste agevolazioni.
Il nuovo decreto prevede un cambio di rotta radicale: anche i veicoli sottoposti a fermo amministrativo di natura fiscale dovranno pagare il bollo.
Finora, in base all’art. 5 del DL 953/1982, era previsto l’esonero in caso di indisponibilità del mezzo. Ma dopo la sentenza n. 47/2017 della Corte Costituzionale, la situazione era già cambiata.
Ora, con la riforma, la norma viene estesa anche ai casi di fermo giudiziario o per gravi violazioni del Codice della Strada.
Stop anche alle residenze fiscali “di comodo”.
Dal 2026 sarà impossibile registrare un’auto in una Regione dove il bollo costa meno, se non è lì che viene realmente gestito il veicolo. Il tributo dovrà essere versato in base alla sede legale o operativa principale del soggetto giuridico, con un’attenzione speciale alle società di noleggio con sede all’estero.
A coordinare tutto sarà un nuovo archivio nazionale, gestito dal Pra (Pubblico Registro Automobilistico) in collaborazione con l’Aci. Il sistema garantirà l’integrazione tra banche dati regionali e nazionali, rendendo più facile l’incrocio dei dati e la lotta all’evasione.
Nessuna novità invece per il superbollo, la sovrattassa per i veicoli con potenza oltre i 185 kW. Nonostante anni di discussioni e ipotesi di abolizione, questa misura resterà in vigore anche dopo il 2026. Introdotta per penalizzare i mezzi considerati di lusso o ad alte prestazioni, si era parlato di abolirla ma non risultano cambiamenti all’orizzonte.
Nessuna novità, quindi, per chi guida auto sportive o di fascia alta: l’imposta aggiuntiva continuerà a essere applicata secondo le attuali modalità.