Basilicata tra le regioni con la più alta incidenza di famiglie in difficoltà a sostenere le spese per il riscaldamento, la luce o la produzione di acqua calda. La denuncia

“Dall’ultima relazione dell’ufficio studi della CGIA di Mestre che ha elaborato i dati 2023 dell’Osservatorio sulla Povertà Energetica (OIPE) viene fuori una Basilicata dalla doppia faccia.

Infatti, la nostra regione se è vero che registra una delle migliori performance in Italia nella riduzione della povertà energetica, è altrettanto vero che resta tra le regioni con la più alta incidenza di povertà energetica, con una stima del 17,8% delle famiglie in difficoltà nel sostenere le spese per il riscaldamento.

Peggio di noi fa solo la Calabria con il 19,1%.

Nel 2022 erano oltre 70.000 le famiglie lucane a vivere una situazione di vulnerabilità energetica mentre nel 2023 sono passate a circa 35.000”.

Lo dichiara il capogruppo di Avs-Psi-LBp in Consiglio regionale, Antonio Bochicchio che aggiunge:

“In un quadro nazionale dove la povertà energetica è tornata a crescere a causa dell’inflazione, e dei conseguenti aumenti dei costi dell’energia, e della fine dei molti sostegni post-pandemia la nostra regione mostra segnali positivi dovuti al bonus gas riconosciuto dalla Regione Basilicata.

Vista così, per la Basilicata potrebbe essere una vittoria, ma i numeri, se analizzati nel dettaglio, raccontano una realtà più complessa.

Nonostante il calo percentuale, la Basilicata resta tra le regioni con la più alta incidenza relativa di povertà energetica, con una stima di oltre il 17% delle famiglie in difficoltà nel sostenere le spese per il riscaldamento, la luce o la produzione di acqua calda, mentre la media nazionale è attorno al 9%.

Le cause di questa situazione di povertà sono da ricercarsi oltre che in un parco edilizio obsoleto e con scarsa efficienza energetica e nelle condizioni climatiche non proprio favorevoli, nel disagio economico in cui versano queste famiglie.

Infatti dai dati elaborati dalla CGIA di Mestre viene fuori che le condizioni professionali del capofamiglia in povertà energetica sono in linea di massima tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi, quando lavora lo fa come autonomo.

Considerato che in Italia il 70% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, non ha né collaboratori familiari né dipendenti, moltissimi artigiani, tantissimi piccoli commercianti e altrettante partite Iva, secondo la CGIA di Mestre, hanno pagato due volte l’impennata delle bollette di luce e gas verificatasi negli ultimi tre anni.

La prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi”.

Le misure messe in campo dalla Regione, dal bonus gas agli incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici, alla promozione delle comunità energetiche servono, ma solo a tamponare una situazione divenuta ormai strutturale.

Il gas quasi gratuito per tutti i residenti, rischia di non incentivare quelle famiglie lucane, che non vivono in una situazione di disagio economico, a contenere i consumi o a investire in soluzioni più sostenibili ingenerando così cattive abitudini energetiche.

In assenza di una strategia integrata che includa formazione, informazione e incentivi all’efficienza – il bonus rischia di rivelarsi una misura tampone, priva di effetti duraturi e socialmente non equa.

La riduzione della povertà energetica in Basilicata è senza dubbio una buona notizia.

Ma per tradurre questo risultato in un cambiamento strutturale, sarà necessario trasformare le risorse derivanti dall’energia in investimenti infrastrutturali, in grado di ridurre la dipendenza energetica delle famiglie e migliorare le prestazioni degli edifici.

Come sottolineano gli esperti della CGIA, ‘a povertà energetica non è solo un problema economico, ma anche abitativo, ambientale e sociale.

Solo politiche pubbliche coerenti e integrate possono garantire soluzioni durature’”.