Basilicata: “La crisi idrica non è una stagione da attraversare, ma un sistema da riformare”. Ecco le parole del Comitato Giovani Agricoltori

Il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani esprime:

“un sentito ringraziamento al Consigliere regionale Angelo Chiorazzo, promotore dell’iniziativa che ha portato ieri, 9 ottobre, all’audizione della Terza Commissione Consiliare Permanente dedicata alla crisi idrica e all’impatto sul comparto agricolo.

Un ringraziamento formale è rivolto anche al Presidente della Commissione, Dott. Rocco Leone, e a tutti i Consiglieri componenti, per la disponibilità e l’attenzione dimostrata verso una tematica che oggi misura la reale capacità di governo e di visione della Basilicata.

Essere stati l’unico comitato civico invitato ai lavori, accanto alle tradizionali associazioni di categoria, è per noi un segnale di fiducia e di apertura verso una realtà indipendente, giovane e competente.

Non è un caso, e nemmeno un favore: è il riconoscimento di un metodo che, forse, altri hanno smarrito.

Fuori dagli schemi delle formule di equilibrio e delle parole di circostanza, abbiamo portato dati oggettivi, analisi e proposte che non si smentiscono con le parole ma con i fatti.

Non un errore, ma un precedente che dovrà ripetersi: perché quando si lavora con serietà, i fatti parlano più delle sigle.

Un segnale che conferma come in Basilicata la credibilità si costruisca con il lavoro, non con l’appartenenza.

Pur non potendo essere presenti per sopraggiunti impegni lavorativi, il Comitato ha trasmesso alla Commissione una memoria scritta, inviata via e-mail nel pomeriggio dell’8 ottobre, articolata in tre direttrici di lavoro, frutto di analisi, dati e confronto operativo.

Per trasparenza verso i cittadini lucani, le nostre proposte sono state rese pubbliche e possono essere sintetizzate così:

1. Un Commissario tecnico indipendente e responsabile

Chiediamo una figura terza, con competenze tecniche e autonomia gestionale, capace di coordinare Regione, Consorzio e Autorità di Bacino e di rispondere direttamente alla Commissione.

Il Commissario dovrà garantire:

• un piano straordinario di manutenzione delle infrastrutture idriche, a partire dalla diga di Monte Cotugno;
• una timeline vincolante (30/90/180 giorni) con obiettivi misurabili e rendicontazione pubblica;
• la pubblicazione settimanale dei dati idrici, con volumi, erogazioni, turni irrigui e previsioni disponibili online;
• un bilancio idrico interregionale, per chiarire con trasparenza quanta acqua la Basilicata cede o riceve e a quali condizioni economiche o infrastrutturali.

Non servono nuovi tavoli, ma un sistema che risponda ai dati. È su quelli che si misura la credibilità di una Regione.

2. Un Tavolo Verde rinnovato, rappresentativo e trasparente

Il Tavolo Verde, così com’è, non rappresenta più la complessità del mondo agricolo.
Proponiamo di ricostituirlo su basi nuove, includendo anche piccole e medie aziende agricole, spesso escluse ma fondamentali per la tenuta economica e sociale delle aree rurali.

Le riunioni devono essere pubbliche, i verbali consultabili, e i lavori trasmessi in streaming.

Solo così la partecipazione tornerà reale e non di facciata.

Serve un confronto che metta al centro i contenuti, non le sigle.

3. Una governance nuova per il Consorzio di Bonifica

Il Consorzio deve tornare ad essere un ente di servizio e di risultato, non un apparato amministrativo autoreferenziale.
Proponiamo una riforma statutaria che separi nettamente la gestione idrica dalla forestazione, due funzioni oggi sovrapposte e poco efficienti.

Chiediamo l’introduzione di indicatori di performance, valutazioni periodiche delle attività e rendicontazione pubblica.
Solo una gestione manageriale, orientata ai risultati e alla trasparenza, può restituire fiducia ai consorziati e credibilità all’intero sistema.

La crisi idrica non è una stagione da attraversare, ma un sistema da riformare.

Oggi non servono più rassicurazioni o promesse: servono responsabilità, dati e risultati verificabili. Alla politica spetta dimostrare, nei fatti, di saper governare e non solo comunicare.

Il contributo è stato inviato e ci auguriamo che la Commissione e la politica sappiano accoglierlo davvero, perché c’è una grande differenza tra l’ascoltare e il fare.

E proprio su quella differenza si misura la credibilità di un’intera classe dirigente.

Non basta aprire le porte delle Commissioni: serve aprire una nuova stagione di responsabilità.

Abbiamo scelto la strada del merito, non della protesta. Ma la responsabilità del cambiamento non è solo della politica: è di tutti.

Oggi non basta più dire che la politica deve cambiare: serve che anche i cittadini lo pretendano, con la stessa coerenza con cui lo chiedono.

Perché fingere di credere a chi promette, è il modo più rapido per condannarsi all’immobilismo.

E noi, questa volta, vogliamo che cambi davvero.

Perché il cambiamento inizia da qui”.