“Carenza di presidi igienico sanitari a partire dai pannoloni per anziani e fragili, oltre ad una pessima gestione delle risorse destinate all’assistenza domiciliare integrata.
Una situazione insostenibile oramai nel caos gestionale, resa ancora più ingarbugliata dall’approvazione del manuale per l’accreditamento delle Case di riposo, deliberato dalla Regione dopo anni di stasi, solo a fine 2024.
Circostanza che è servita solo a peggiorare le cose”.
E’ quanto dichiara in una nota il segretario della Uil Pensionati di Basilicata, Carmine Vaccaro, che continua:
“Siamo di fronte ad una gestione raffazzonata della sanità lucana dal primo governo Bardi.
Le Case di riposo, una novantina per circa 4mila ospiti, attendevano il manuale da tempo.
In pratica in cinque anni, in piena ripresa post covid, la Regione non ha erogato loro alcun contributo, in assenza del predetto manuale.
Non è bastata la bocciatura da parte di Tar e quella della Cassazione che ha bloccato i finanziamenti alla Basilicata, per anni l’unica regione italiana a non essere dotata del predetto manuale.
Ma il documento varato a fine 2024, non contiene i riferimenti necessari a che le strutture possano adeguarsi ai parametri per poter ottenere i sostegni pubblici.
Poche pagine che danno pure l’impressione di essere state scopiazzate.
Ora a nome delle strutture e delle associazioni dei familiari dei pazienti assistiti sia nelle Case di riposo che a domicilio tramite l’Adi, vogliamo portare all’attenzione dei nostri amministratori, la questione dei presìdi sanitari.
Un paio di pannoloni al giorno non bastano, mi chiedo come possono soltanto pensare di poter risparmiare sull’assistenza ai fragili.
La gestione dei presìdi in via emergenziale, è stata demandata da una recente delibera di giunta, alla prescrizione dei medici di famiglia che in questi mesi si sono dovuti attenere a delle classi di prescrivibilità dell’assorbenza: lievissima (non indicazione alla prescrizione), lieve (massimo un pannolone al giorno),media (due pannoloni al giorno, 60 al mese) e grave/gravissima (3 al giorno, 90 al mese).
Sono numeri insufficienti e soprattutto lesivi della dignità umana, si tratta di bisogni fisici sui quali non si può applicare la mannaia.
Ma non ci sono solo i pannoloni.
Abbiamo registrato difficoltà a reperire altri dispostivi come per esempio l’acqua-gel di vitale importanza per l’idratazione di quanti hanno subito ictus o ischemie cerebrali.
Senza parlare delle carrozzine diventate introvabili.
Anche per ottenere prestazioni fisioterapiche ci sono problemi.
Troppi passaggi burocratici, con lo specialista Asl costretto ad effettuare periodici controlli, ingolfando così a dismisura la mole di prestazioni sanitarie e dunque allungando ancor più le liste d’attesa.
Se l’infermità è stata appurata, qual è la necessità di richiedere la conferma periodica al fisiatra dell’Asl per l’ottenimento della prescrizione utile alla fisioterapia?
Ci sono prestazioni in lista da mesi.
E gli anziani non possono attendere.
Non sono pochi quelli che in attesa di una tac o di una risonanza sono nel frattempo deceduti.
Senza parlare dei farmaci previsti nell’elenco Adi, e quindi mutuabili, che spesso non coincidono con quelli prescritti durante i ricoveri ospedalieri.
Spese che la sanità pubblica non può pensare di accollare sulle spalle dell’utente.
Ho sentito di tante famiglie che stanno mettendo mano ai propri risparmi per acquistare i pannoloni, e invece si tratta di presìdi previsti dal servizio sanitario nazionale.
Chiediamo un immediato tavolo con l’assessore regionale alla Sanità, al quale siano chiamati a partecipare i rappresentanti delle Asl, ma anche le associazioni dei familiari di anziani e fragili, l’Arsabb e i sindacati dei pensionati.
E’ un sistema destinato a collassare, a partire da luglio, quando la delibera di giunta che ha normato la gestione di questi mesi, dovrebbe andare in scadenza”.