La Manovra finanziaria è approdata in Senato, con un testo che non dovrebbe più subire modifiche.
La legge di bilancio sarà approvata, probabilmente ponendo la questione di fiducia per accorciare i tempi, dal primo ramo del Parlamento, per poi passare alla Camera, che avrà due giorni per chiudere i lavori ed evitare l’esercizio provvisorio.
Gli ultimi giorni della discussione della Manovra come si apprede da quifinanza sono stati molto caotici, ma il testo non ha subito modifiche sostanziali rispetto a quello uscito dal Consiglio dei ministri.
La finanziaria rimane modesta, a impatto nullo o quasi sul Pil e orientata soprattutto alla tutela dei conti pubblici.
Fin dalle prime indicazioni del Documento programmatico di bilancio, il Governo aveva chiarito di puntare a una Manovra conservativa.
Poche spese e un obiettivo su tutti: rientrare con un anno di anticipo nel parametro del 3% del rapporto tra deficit e Pil, previsto dalle nuove regole di stabilità dell’Ue.
Questo è stato il punto cardine attorno a cui si è sviluppato il bilancio dello Stato.
L’Esecutivo ha puntato molto su questo risultato, perché permetterà in futuro di:
- uscire dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo da aprile;
- sbloccare di conseguenza 14,9 miliardi di prestiti europei del SAFE per gli investimenti nella difesa;
- avere maggiore libertà di spesa il prossimo anno, quando la Manovra sarà approvata in piena campagna elettorale per le elezioni politiche.
L’assenza di investimenti è giustificata anche dal fatto che il 2026 è l’ultimo anno del Pnrr.
La parte di spesa per la crescita viene quindi demandata in buona parte ai fondi europei.
In totale, la finanziaria sposta circa 22,5 miliardi di euro nel bilancio dello Stato, una delle cifre più basse dell’ultimo decennio.
La principale voce di spesa di questa manovra è la riforma dell’Irpef.
Il Governo ha deciso di ridurre l’aliquota del cosiddetto ceto medio (lo scaglione tra 28mila e 50mila euro) dal 35% al 33%. Un intervento che costerà 2,9 miliardi nel 2026, e 3 miliardi nei due anni successivi.
Secondo intervento per portata è il condono fiscale voluto dalla Lega, la Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali.
Permette ai contribuenti morosi di pagare i loro debiti con il fisco in 9 anni senza sanzioni e con interessi al 3%. Costerà circa 1,5 miliardi nel 2026 e circa 1,2 miliardi in totale nei tre anni successivi.
Infine ci saranno i contributi alle imprese.
Inizialmente erano previsti 8 miliardi in tre anni, a fronte di una richiesta di Confindustria di 8 miliardi nel solo 2026.
Il maxi-emendamento presentato a all’ultimo momento dal Governo ha aggiunto altri 3,5 miliardi di euro tra finanziamento della Zes del Sud e rifinanziamento di Transizione 4.0 Transizione 5.0, anche se con parametri più stringenti.
Infine ci sono stati una serie di interventi minori, tra cui:
- gli sgravi fiscali per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali;
- il rifinanziamento del fondo sanitario in modo che la spesa per il Ssn rimanga agli stessi livelli del passato in relazione al Pil;
- la rimozione della prima casa dal calcolo dell’Isee fino a valori più elevati rispetto a quelli già previsti.
Questi interventi sono stati coperti con vari tagli e nuove tasse.
Il contributo più importante è quello di banche e assicurazioni, che forniranno 12 miliardi nei prossimi tre anni. Altri 5 miliardi vengono dalla rimodulaizone del Pnrr.
Ci sono poi numerosi piccoli tagli e rinvii delle spese:
- i fondi per la ricerca sono stati ridotti di 600 milioni;
- sono stati rinviati investimenti per le infrastrutture da 780 milioni, tra cui quelli per il Ponte sullo Stretto;
- circa 500 milioni sono stati decurtati dai fondi di coesione per le regioni in difficoltà;
- sono stati ridotti gli incentivi per la pensione anticipata dei lavoratori precoci e di chi ha svolto mestieri usuranti.
Infine, il Governo ha aggiunto diverse nuove tasse:
- 2 euro su ogni pacco proveniente da fuori l’Ue di valore inferiore ai 150 euro;
- raddoppio della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie;
- aumento delle accise sul tabacco;
- aumento delle accise sul gasolio;
- aumento delle imposte per i proprietari di case che le affittano a turisti tramite locazioni brevi.

































