Il PIL pro capite della Basilicata scende sotto la media europea del 75%, riportando la Basilicata tra le regioni “meno sviluppate”, e il Presidente di Confapi Matera chiede l’immediato ripristino della percentuale massima di aiuti.
Con una nota inviata agli europarlamentari della Circoscrizione Italia Meridionale, ai Parlamentari nazionali eletti in Basilicata, al Presidente della Regione a tutti i massimi esponenti regionali, il Presidente Massimo De Salvo ha esplicitato la sua richiesta:
“I recenti dati sul calo del PIL pro capite della Basilicata, sceso sotto la soglia del 75% (74,3%), confermano una volta di più quello che Confapi Matera ripete da tempo, cioè che i numeri sono ampiamente “distorti” dalla presenza, quindi dalle performance, dell’industria automobilistica e di quella petrolifera nella regione.
Infatti, sono anni che ripetiamo che la crescita del PIL – che ha causato alla Basilicata una riduzione di 10 punti percentuali rispetto alle vicine Puglia, Campania e Calabria nella Carta degli Aiuti a finalità regionale – non è dovuta a una crescita strutturale ma ai dati dei grandi players e degli indotti automobilistico e estrattivo.
Adesso, appena è calata la produzione di autoveicoli, il PIL lucano è sceso sotto il 75%, riclassificandoci tra le regioni “meno sviluppate”, com’era ampiamente prevedibile quando si utilizzano dati che non corrispondono alle reali ricadute sul territorio della ricchezza prodotta.
Per questo motivo, Confapi Matera chiede l’immediato ripristino della percentuale di aiuti di Stato secondo quanto spetta alle regioni “meno sviluppate”, in linea appunto con le regioni contermini, rimediando a una stortura anacronistica e fuorviante.
È appena il caso di sottolineare che non si tratta di una battaglia regionalistica, ma di tutelare il sistema imprenditoriale lucano nel confronto concorrenziale con le regioni confinanti e, oltretutto, omogenee dal punto di vista economico, se non, in alcuni casi, più performanti.
Da un lato, infatti, si parla di ridurre le disparità, contrastare lo spopolamento, contribuire alla transizione verde e digitale, dall’altro si crea una disparità di trattamento tra aree industriali di territori contermini.
E tutto ciò avviene proprio adesso che la Regione Basilicata si accinge a dare maggiore impulso alla spesa dei fondi comunitari.
Tutto ciò premesso, poiché la percentuale massima di beneficio per i contributi europei dipende dalla su citata classificazione delle regioni.
Vi chiediamo di profondere ogni sforzo inteso a reintegrare la Basilicata tra le regioni “meno sviluppate”, triste risultato che, tuttavia, ci consente di ottenere il beneficio massimo, oltretutto rimediando a una palese iniquità nel confronto concorrenziale con le regioni limitrofe.
La nostra proposta, quindi, è quella di escludere dal calcolo del PIL almeno i dati derivanti dall’indotto petrolifero, vista la scarsa ricaduta degli stessi sull’economia lucana”.


































