Sedici Agosto: a Forenza il presente scompare.
Le lancette si fermano, il tempo si piega su sé stesso e il borgo si ritrova immerso nei secoli dell’Alto Medioevo, quando il valore si misurava in battaglia e la fede si portava impressa nello stemma cucito sul mantello.
Succede ormai da vent’anni, grazie al Corteo Storico dei Templari, una delle rievocazioni più suggestive della Basilicata.
Forenza, piccolo centro di poco più di 1800 abitanti arroccato a 836 metri sul livello del mare, domina l’area del Vulture-Alto Bradano come un balcone di pietra.
Negli ultimi anni ha richiamato turisti e curiosi anche grazie a un percorso di street art che sta arricchendo il borgo di murales e mosaici, ma il suo vero cuore batte nella storia millenaria e nelle leggende che si tramandano di generazione in generazione.
La più affascinante è quella legata a Ugo De’ Pagani, figura leggendaria e, secondo molti studiosi, fondatore e primo Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Templari.
Figlio di Pagano dei Pagani, signore normanno del borgo, e di sua moglie Emma, Ugo, secondo la leggenda, sarebbe nato a Forenza e da qui partito, insieme a otto cavalieri, verso la Terra Santa per difendere i luoghi sacri della cristianità.
Una leggenda che trova eco nella storia documentata: a ridosso delle mura di Forenza sorse infatti San Martino dei Poveri, un importante insediamento templare a capo dei possedimenti dell’Ordine nella zona.
Il corteo è il momento più atteso.
Decine e decine di figuranti indossano abiti fedelmente riprodotti, sfilando per le vie strette e lastricate del centro storico: Cavalieri templari, nobili normanni, abati, armigeri, personaggi storici di quegli anni e il popolo.
Il passo è scandito dai tamburi, i vessilli bianchi con la croce rossa sventolano al vento, e lungo il percorso si assiste a brevi scene recitate che intrecciano eventi storici e narrazione locale: la Prima Crociata del 1095, la costituzione dell’Ordine nel 1119, la decisione di Ugo di recarsi in Terra Santa… Come se tutto fosse iniziato proprio qui.
L’edizione di quest’anno, la ventesima, promette di essere ancora più ricca.
Oltre alla sfilata e alla drammatizzazione, il pubblico potrà vivere un accampamento medievale con il banco delle armi, scoprendo da vicino tecniche, armature e strategie dell’epoca.
Non mancheranno gli spettacoli di fuoco, le esibizioni di falconeria, i combattimenti in armatura e persino danze medievali e orientali, che accompagneranno lo spettatore in un viaggio sensoriale e visivo.
Lungo il corteo, interventi attoriali sorprenderanno il pubblico, arricchendo la narrazione e trasformando ogni angolo del borgo in un palcoscenico a cielo aperto.
La giornata si chiude come nelle migliori tradizioni cavalleresche: non con un addio, ma con un momento conviviale, fatto di musica e di degustazione di prodotti tipici del territorio forenzese, i quali, come tradizione lucana vuole, accompagnano degnamente ogni manifestazione che si rispetti.
Per un giorno, Forenza si concede il lusso di tornare al suo Medioevo, senza filtri e senza artifici, catapultando chiunque vi partecipi in un mondo dove la luce delle torce sfida l’oscurità, dove il potere spirituale e quello temporale si intrecciano, e dove ogni passo riecheggia di storie antiche.
E mentre le torce si spengono e il borgo torna al silenzio, resta la certezza che qui, ogni anno, il Medioevo non è solo ricordato: è vissuto.
Un’esperienza che non è solo spettacolo, ma memoria viva di una comunità che custodisce gelosamente la propria anima.
Così scrive Donatello D’Andrea, Vicepresidente Pro Loco Forenza.