In un silenzio carico di emozione, il “Parco della Rimembranza” di San Fele si è trasformato per il pomeriggio di Domenica 20 Luglio, in uno spazio di testimonianza e riflessione grazie alla mostra fotografica “I Grant You Refuge”, un viaggio visivo attraverso la guerra nella Striscia di Gaza.
Cinque fotografi di guerra tramite l’attenzione e la cura di Paolo Patruno, curatore di questa mostra, hanno condiviso i loro scatti più intensi, offrendo uno sguardo diretto, crudo e profondamente umano su un conflitto che da troppo tempo segna la vita di milioni di civili.
La mostra, articolata su tre livelli all’interno della villa comunale, ha guidato i visitatori lungo un percorso narrativo che ha intrecciato volti, macerie, speranza e disperazione.
Ogni livello del Parco della Rimembranza rappresentava una fase della vita in tempo di guerra: la sopravvivenza quotidiana, la perdita e la distruzione, fino ad arrivare a un’intima richiesta di rifugio, quella promessa implicita che dà il titolo all’esposizione: “I Grant You Refuge”.
Organizzata, con il patrocinio del Comune di San Fele, dall’associazione “Pro-Muovere San Fele” , l’iniziativa ha raccolto un’ampia partecipazione di pubblico locale attratto dalla potenza comunicativa delle immagini e dalla necessità di comprendere una realtà spesso filtrata dai media.
Ha dichiarato Miriam Di Gianni, il presidente dell’associazione promotrice della mostra:
“Abbiamo voluto organizzare questa mostra pensando prima di tutto ai bambini”.
“Perché i bambini di Gaza non sono diversi da quelli di qui.
Corrono, ridono, piangono allo stesso modo.
Hanno gli stessi sogni e lo stesso diritto alla vita.
L’unica colpa di quei bambini è essere nati sotto le bombe, in un luogo dove l’infanzia viene spezzata troppo presto.
Noi, da qui, abbiamo il dovere di guardarli, di ascoltarli, di non voltarci dall’altra parte.
Questa mostra è il nostro modo per dire che nessun bambino dovrebbe avere paura del cielo sopra di sé.”
Le immagini, stampate in grande formato e disposte con cura nel verde del parco, hanno dialogato con l’ambiente circostante, creando un contrasto struggente tra la pace del paesaggio lucano e la violenza impressa negli scatti.
A completare il percorso, melodie di e suoni emozionali hanno offerto un contesto storico e umano, spingendo il visitatore a fermarsi, riflettere, mettersi nei panni dell’altro.
L’intento della mostra non è stato solo documentaristico, ma anche profondamente etico: restituire dignità alle vittime, rompere il silenzio, stimolare la coscienza collettiva.
“I Grant You Refuge” ha dimostrato come anche un piccolo comune come San Fele possa diventare un centro di cultura e consapevolezza internazionale, confermando che l’arte, e in particolare la fotografia, resta uno degli strumenti più potenti per parlare all’anima dell’uomo.